mercoledì 25 gennaio 2012

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO Gv 1,1-11



5 commenti:

  1. Prima Lettura
    Avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.
    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 2,18-21

    Figlioli, è giunta l'ultima ora. Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l'ultima ora.
    Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
    Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 95 (96)
    R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
    Oppure:
    R. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
    Cantate al Signore, benedite il suo nome,
    annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.

    Gioiscano i cieli, esulti la terra,
    risuoni il mare e quanto racchiude;
    sia in festa la campagna e quanto contiene,
    acclamino tutti gli alberi della foresta. R.

    Davanti al Signore che viene:
    sì, egli viene a giudicare la terra;
    giudicherà il mondo con giustizia
    e nella sua fedeltà i popoli. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi.
    A quanti lo hanno accolto
    ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Gv 1,14a.12a)

    Alleluia.

    Vangelo
    Il Verbo si fece carne.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 1,1-18

    In principio era il Verbo,
    e il Verbo era presso Dio
    e il Verbo era Dio.
    Egli era, in principio, presso Dio:
    tutto è stato fatto per mezzo di lui
    e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
    In lui era la vita
    e la vita era la luce degli uomini;
    la luce splende nelle tenebre
    e le tenebre non l'hanno vinta.
    Venne un uomo mandato da Dio:
    il suo nome era Giovanni.
    Egli venne come testimone
    per dare testimonianza alla luce,
    perché tutti credessero per mezzo di lui.
    Non era lui la luce,
    ma doveva dare testimonianza alla luce.
    Veniva nel mondo la luce vera,
    quella che illumina ogni uomo.
    Era nel mondo
    e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
    eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
    Venne fra i suoi,
    e i suoi non lo hanno accolto.
    A quanti però lo hanno accolto
    ha dato potere di diventare figli di Dio:
    a quelli che credono nel suo nome,
    i quali, non da sangue
    né da volere di carne
    né da volere di uomo,
    ma da Dio sono stati generati.
    E il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi;
    e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
    gloria come del Figlio unigenito
    che viene dal Padre,
    pieno di grazia e di verità.
    Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
    «Era di lui che io dissi:
    Colui che viene dopo di me
    è avanti a me,
    perché era prima di me».
    Dalla sua pienezza
    noi tutti abbiamo ricevuto:
    grazia su grazia.
    Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
    la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
    Dio, nessuno lo ha mai visto:
    il Figlio unigenito, che è Dio
    ed è nel seno del Padre,
    è lui che lo ha rivelato.

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    La Parola è la luce, eppure gli uomini hanno preferito le tenebre; la Parola venne tra i suoi, ma essi non l’hanno accolta (cfr vv. 9-10). Hanno chiuso la porta in faccia al Figlio di Dio. È il mistero del male che insidia anche la nostra vita e che richiede da parte nostra vigilanza e attenzione perché non prevalga... (Angelus, 3 gennaio 2016)

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  3. FAUSTI – Con sorpresa scopriamo che Colui che amava chiamarsi Figlio dell'uomo e si proclamò Figlio di Dio, è la Parola che da sempre è presso il Padre ed è Dio. Essa, testimoniata da sapienti e profeti e mai conosciuta, divenne Carne in Gesù, per rivelarci e donarci la Sua stessa Gloria di Unigenito dal Padre, in modo che , in Lui, possiamo scoprire di essere figli di Dio.
    Il prologo è come l'inizio di una sinfonia, in cui si preludono i motivi. Nella storia della Teologia è come una miniera di pietre preziose , da cui sono state attinte le più importanti riflessioni sulla Trinità e sull'incarnazione.
    Si tratta di un inno alla Parola, Luce e Vita di tutto, dove ciò che si dice apre alle armonie dell'indicibile.
    La parola suppone uno che parla, si esprime e si dona, e un altro che lo ascolta, lo imprime e lo accoglie dentro di sé. La parola implica due persone che entrano in relazione, in dialogo.
    Essa nasce dall'amore di chi parla, corrisposto da chi ascolta: è generata dall'amore e genera amore.
    Per questo Dio che è Amore è anche Parola.
    La Parola è rivolta non solo al Padre, ma anche al mondo : come è amore e vita all'interno di Dio, è anche sorgente di amore e di vita per ogni creatura. Gesù, Parola diventata Carne , dispone della vita allo stesso modo del Padre.
    Essa è infatti il dono pieno del Padre al Figlio, che per questo dirà : “Io-Sono la vita” (14,6) e “ Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (10,10). Il mondo è creato dalla Parola e dalla Sapienza che lo precede, lo progetta e lo fa, dandogli il suo “imprinting” di alterità e relazione, di ascolto e risposta, di accoglienza e di responsabilità, di intelligenza e libertà. Solo in quest'ottica l'universo è positivamente sensato, destinato alla vita e alla felicità.
    Si dice che Dio creò con le lettere dell'alfabeto. Questo vuol dire che ogni realtà è comprensibile e comunicabile in parole. Chi sa “leggere” può capire, interagire e portare tutto al suo senso peno.
    Dio, che con la Sua Parola è principio di tutto, diventa il fine di tutto, con l'uomo che la comprende.
    Solo in lui, creato al sesto giorno,la Parola, all'opera sin dal primo giorno, trova ascolto.
    Egli, con la sua risposta, porte il creato al settimo giorno, al riposo di Dio, diventando lui stesso come la Parola.
    Era la luce vera” Il soggetto implicito è sempre la Parola, che è la luce “vera”, diversa dalla falsa luce di parole ingannatrici che portano alla morte. Ogni uomo ha dentro di sé la luce della Parola. Nonostante il dis-ascolto, è fatto per lei, perché fatto da lei e di lei. Nel suo cuore brilla una luce interiore, inestinguibile. E' il desiderio di verità e di amore , che lo lascia inquieto fino a quando non ha la gioia di trovare ciò che cerca.
    La Parola, che è verso il Padre, viene nel mondo come sua vita e luce.
    Questa luce che è in ciascuno, è il bene più inalienabile dell'uomo e offre a tutti, anche per le vie più personali e misteriose, di entrare in dialogo con il Padre.

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  4. Continua il commento nelle pagine seguenti : marzo (2)

    VENNE TRA I SUOI Gv 1,11-13

    IL VERBO SI FECE CARNE Gv 1,14-17

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  5. SAN G.PAOLO II - Proprio questo FIGLIO -il VERBO che si fece CARNE -è colui al quale dà testimonianza Giovanni sul Giordano. Di Giovanni Battista leggiamo nel Prologo: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce . . .” (Gv 1, 6-7). Tale luce è proprio Cristo -come VERBO. Leggiamo ancora nel Prologo: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1, 4). Questa è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). La luce che “splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l’hanno accolta” (Gv 1, 5).
    Dunque, secondo il Prologo del Vangelo di Giovanni, Gesù Cristo è Dio, perché FIGLIO unigenito di Dio Padre. Il VERBO. Egli viene nel mondo come fonte di vita e di santità. Veramente qui siamo al punto centrale e decisivo della nostra professione di FEDE: “Il VERBO si è fatto CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi”.


    ANGELUS 3 -1 -2003
    La liturgia dell'odierna domenica ci ripropone, nel Prologo del Vangelo di San Giovanni, il mistero sublime dell'INCARNAZIONE del VERBO ETERNO, venuto ad abitare in mezzo a noi.
    Scrive l'Evangelista: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini", che "splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l'hanno accolta" (Gv 1,4-5). A coloro però che l'hanno accolta è stato dato "potere di diventare FIGLI DI DIO" (cfr v. 12). E termina con questa solenne affermazione: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il FIGLIO unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha RIVELATO" (v. 18).
    Queste parole, pur risuonando nel cuore della Chiesa da oltre due mila anni, conservano tutta la loro novità e attualità. In Gesù, FIGLIO unigenito del Padre, Dio totalmente si RIVELA e partecipa la sua vita ad ogni essere umano che lo riconosce come Salvatore. Il Bambino nato a Betlemme è veramente il ‘coetaneo’ di ogni PERSONA, che viene sulla faccia della terra.
    2. È, pertanto, anche nostro ‘contemporaneo’. I doni del Signore non tramontano mai. Ecco il lieto annuncio del Natale: la luce divina, che inondò il cuore di Maria e di Giuseppe, e guidò i passi dei pastori e dei Magi, brilla anche oggi per noi.
    Il dramma è che Cristo-luce del mondo da molti non è conosciuto, da altri non è accolto, anzi è rifiutato. Nella nostra società è purtroppo diffusa una cultura imbevuta di egoismo e chiusa alla conoscenza e all'amore di Dio. È una cultura che, rifiutando di fatto un saldo riferimento alla trascendenza divina, genera smarrimento e insoddisfazione, indifferenza e solitudine, odio e violenza. Quanto urgente è allora testimoniare con gioia l'unico messaggio di salvezza, antico e sempre nuovo, del Vangelo della vita e della luce, della speranza e dell'amore!
    3. Maria, Stella dell'evangelizzazione, che invochiamo fiduciosi, ci sostenga sempre perché rimaniamo fedeli alla vocazione cristiana e possiamo realizzare le aspirazioni di giustizia e di pace, che ardentemente avvertiamo all'inizio di questo nuovo anno.

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