mercoledì 25 aprile 2012

"HO VISTO LO SPIRITO" Gv 1, 29-34



6 commenti:

  1. Prima Lettura
    Chi rimane in Dio non pecca.
    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 2,29-3,6

    Figlioli, se sapete che Dio è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui. Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l'iniquità, perché il peccato è l'iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l'ha visto né l'ha conosciuto.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 97 (98)
    R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
    Oppure:
    R. Esultiamo nel Signore, nostra salvezza.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    perché ha compiuto meraviglie.
    Gli ha dato vittoria la sua destra
    e il suo braccio santo. R.

    Tutti i confini della terra hanno veduto
    la vittoria del nostro Dio.
    Acclami il Signore tutta la terra,
    gridate, esultate, cantate inni! R.

    Cantate inni al Signore con la cetra,
    con la cetra e al suono di strumenti a corde;
    con le trombe e al suono del corno
    acclamate davanti al re, il Signore. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
    A quanti lo hanno accolto
    ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Cf. Gv 1,14a.12a)

    Alleluia.

    Vangelo
    Ecco l'agnello di Dio.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 1,29-34

    In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

    Parola del Signore.


    Parole del Santo Padre

    Il verbo greco “battezzare” significa “immergere” (cfr CCC, 1214). Il bagno con l’acqua è un rito comune a varie credenze per esprimere il passaggio da una condizione a un’altra, segno di purificazione per un nuovo inizio. Ma per noi cristiani non deve sfuggire che se è il corpo ad essere immerso nell’acqua, è l’anima ad essere immersa in Cristo per ricevere il perdono dal peccato e risplendere di luce divina (cfr Tertulliano, Sulla risurrezione dei morti, VIII, 3: CCL 2, 931; PL 2, 806). In virtù dello Spirito Santo, il Battesimo ci immerge nella morte e risurrezione del Signore, affogando nel fonte battesimale l’uomo vecchio, dominato dal peccato che divide da Dio, e facendo nascere l’uomo nuovo, ricreato in Gesù. In Lui, tutti i figli di Adamo sono chiamati a vita nuova. Il Battesimo, cioè, è una rinascita. (Udienza generale, 11 aprile 2018)

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      Siamo sulla riva del fiume Giordano. Giovanni sta battezzando; c’è tanta gente, uomini e donne di varie età, venuti lì, al fiume, per ricevere il battesimo dalle mani di quell’uomo che a molti ricordava Elia, il grande profeta che nove secoli prima aveva purificato gli israeliti dall’idolatria e li aveva ricondotti alla vera fede nel Dio dell’alleanza, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Giovanni predica che il regno dei cieli è vicino, che il Messia sta per manifestarsi e bisogna prepararsi, convertirsi e comportarsi con giustizia; e si mette a battezzare nel Giordano per dare al popolo un mezzo concreto di penitenza. […]

      Ed ecco il momento arriva: Gesù si presenta sulla riva del fiume, in mezzo alla gente, ai peccatori – come tutti noi –. E’ il suo primo atto pubblico, la prima cosa che fa quando lascia la casa di Nazaret, a trent’anni: scende in Giudea, va al Giordano e si fa battezzare da Giovanni. Sappiamo che cosa succede […]: su Gesù scende lo Spirito Santo in forma come di colomba e la voce del Padre lo proclama Figlio prediletto (cfr Mt 3,16-17). E’ il segno che Giovanni aspettava. E’ Lui! Gesù è il Messia. Giovanni è sconcertato, perché si è manifestato in un modo impensabile: in mezzo ai peccatori, battezzato come loro, anzi, per loro. Ma lo Spirito illumina Giovanni e gli fa capire che così si compie la giustizia di Dio, si compie il suo disegno di salvezza: Gesù è il Messia, il Re d’Israele, ma non con la potenza di questo mondo, bensì come Agnello di Dio, che prende su di sé e toglie il peccato del mondo. (Angelus, 15 gennaio 2017)

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    2. GESU' DI NAZARET – BENEDETTO XVI
      L'espressione “Agnello di Dio” interpreta il carattere – se così possiamo dire – di teologia della croce del battesimo di Gesù , della sua discesa nella profondità della morte. Tutti e quattro i Vangeli riferiscono , anche se in maniera diversa, che nel momento in cui Gesù salì dall'acqua “ il cielo si squarciò” ( Mc ) “ si aprirono i cieli “ ( Mt e Lc) lo Spirito discese su di Lui “ come una colomba” mentre dal cielo risuonava una voce : essa, secondo Marco e Luca, si rivolge a Gesù “ Tu sei ...” ; secondo Matteo , invece, dice di Lui : “Questi è il Figlio mio prediletto , nel quale mi sono compiaciuto “ ( Mt 3,18) .
      L'immagine della colomba può ricordare l'aleggiare dello Spirito sulle acque , del quale parla il racconto della creazione (Genesi 1, 2) ; attraverso la piccola parola “come” ( come una colomba) essa funge da “ immagine di ciò che in sostanza non è descrivibile . Quanto alla “voce “ la incontreremo di nuovo in occasione della trasfigurazione di Gesù, dove è però aggiunto l'imperativo : “ Ascoltatelo!”......Vi è l'immagine del cielo squarciato : sopra Gesù il cielo è aperto. La sua comunione di volontà con il Padre , “ l'intera giustizia “ che adempie, apre il cielo, che per natura è il luogo in cui si adempie perfettamente la volontà di Dio. A ciò si aggiunge poi la proclamazione da parte di Dio , il Padre, della missione di Cristo, che però non annuncia un fare, ma il suo essere: Egli è il Figlio prediletto , su cui sta il beneplacito di Dio. Infine vorrei far notare che qui , insieme con il Figlio, incontriamo anche il Padre e lo Spirito Santo : si preannuncia il mistero di Dio Trinità, che naturalmente può svelare se stesso nella sua profondità solo nel corso dell'intero cammino di Gesù. In questo senso , tuttavia, si delinea un arco che unisce quest'inizio del cammino di Gesù alle parole con le quali il Risorto invierà i suoi discepoli nel “mondo” :
      “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole
      nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo “ (Mt 28,19).
      Il Battesimo che i discepoli di Gesù amministrano da quel momento in poi è l'ingresso nel Battesimo di Gesù, l'ingresso nella realtà che Egli con esso ha anticipato. Così si diventa cristiani.

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  2. FAUSTI - “Vede Gesù che viene verso di lui”: il giorno dopo la sua testimonianza, Giovanni “vede” Colui che già prima aveva contemplato, ma senza riconoscerlo. Anche il lettore ha già udito nel prologo che Gesù è l'unigenito Figlio di Dio ; ma ci vuole tempo per riconoscerlo.
    Vedere Gesù che “viene” è vedere l'invisibile, la Parola diventata Carne che mostra la Gloria. Giovanni l'attende, ma è Lei che viene per farsi vedere. L'iniziativa dell'incontro è Sua.
    Il Figlio, come è rivolto verso il Padre, così necessariamente si rivolge verso di noi, suoi fratelli.
    La “voce di uno che grida nel deserto” suona consolazione, perché promette il perdono e reca la buona notizia : “Ecco il nostro Dio!” (Is 40,1-9).
    Il perdono però non è solo per Israele, ma per “il mondo”, perché ogni carne veda la Sua Gloria
    (Is 40,5). Si parla di peccato, non di peccati. Si tratta della peccaminosità, che è la non conoscenza di Dio, radice di ogni singola trasgressione. Chi toglie il peccato non può che essere Dio in persona.
    Gesù è chiamato “l'agnello”. La parola allude al Servo di JHWH , muto come un agnello condotto al macello (Is 53,7) , tanto più che la parola aramaica “taleya” può significare sia fanciullo/servo che agnello. In queste parole di Giovanni risuona la stessa teologia degli altri Vangeli, secondo i quali Gesù nel Battesimo è proclamato dal Padre come il Figlio/Servo che, con il Suo sacrificio, salverà il mondo. Il Battesimo di Gesù è la porta d'ingresso alla rivelazione cristiana, che c'introduce nella casa di Dio. Non è Lui tutto una porta spalancata all'uomo ? .
    La scena del Battesimo di Gesù è avvenuta in precedenza, in un tempo imprecisato. Non si dice quando, forse perché in ogni tempo la Parola “si battezza” e si immerge nel mondo.
    Giovanni, come ciascuno di noi, ha bisogno di tempo per comprendere ciò che ha contemplato nella carne della Parola, solidale con ogni carne. Egli si rivela "il Figlio" perché si fa nostro fratello e si immerge nella condizione comune a tutti.
    Lo Spirito che nella creazione aleggiava sulle acque primordiali , la colomba che si librava sulla terra appena emersa dal diluvio, scende su Gesù che si battezza nel Giordano.
    Non solo scende, ma “dimora” su di Lui, Sua casa.
    Direttamente da Dio per ispirazione interiore, o indirettamente, attraverso la Parola a lungo masticata, Giovanni conosce il segno per riconoscere “Colui che viene” ; è lo Spirito che scende e dimora su di lui. Tuttavia, anche per lui, come per noi, c'è sempre una distanza tra il conoscere e il riconoscere , tra il vedere e il comprendere.
    Mentre gli altri profeti avevano previsto e predetto, Giovanni vede e dice . il compimento di ciò che fu promesso è già avvenuto in Gesù ed è presente a tutti nella testimonianza di chi ha visto e racconta.

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  3. KAROL WOJTYLA- POESIE -
    Stare davanti a Te, guardando con gli occhi
    in cui convergono le rotte delle stelle.
    Occhi ignari di Colui che è in te,
    diminuendo l’incommensurabile luminosità
    in se stesso e nelle stelle.

    Per sapere ancora meno, per credere ancora di più:
    le palpebre si chiudono lentamente nella luce tremolante,
    poi con la forza della vista
    respingere la marea delle stelle, la riva
    su cui pende il giorno.

    Dio, sei così vicino:
    trasformare i nostri occhi chiusi in occhi spalancati,
    avvolgono la fragile brezza dell’anima,
    petali di rosa tremanti
    nel vento impetuoso da ogni parte.

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  4. Giovanni, Voce che grida nel deserto”Preparate la via del Signore” (Is 40,..) di cui dicono:”Tutto quello che ci ha detto di Gesù è vero!” (Gv 10,41) è il Precursore che raccoglie l'eredità profetica dell'Antico Testamento e introduce nel Tempo di Cristo.
    Lo riconobbe esultando di gioia nel seno di sua madre Elisabetta, quando giunse Maria , Tabernacolo di Gesù Bambino, e andò nel deserto a battezzare con acqua, per annunciare che Colui al quale non era degno di legare i sandali avrebbe Battezzato in Spirito Santo e Fuoco!
    Annuncia Cristo, che Lo riconosce come “Il più grande tra i nati di donna”
    Al termine della sua testimonianza egli afferma .”Questa mia gioia è compiuta!.
    Egli deve crescere e io diminuire!”(Gv 3,29-30).
    Servo della Verità, è pronto alla testimonianza estrema del martirio.
    Anticipa in questo Gesù Crocifisso che esclama sulla Croce : “Tutto è compiuto!”
    E chinato il Capo, Spirò!(Gv 19,30).

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