lunedì 31 dicembre 2012

IL RITORNO DI GESU' Gv 16, 16-23


3 commenti:

  1.  FAUSTI – C'è un po' di tempo prima che i discepoli non vedano più Gesù. ...passeranno due giorni di angustia. Il primo è quello in cui Lo vedono ancora nella carne, in cammino verso la croce .
    E' il “poco” tempo del venerdì Santo. Tempo per noi dell'eclissi e del silenzio di Dio che si rivela nel Suo mistero.
    Il secondo è quello in cui non lo vedranno, perchè giacerà nel sepolcro : è il “poco” tempo del sabato Santo.
    Il tempo dell'assenza di Dio, che si rende presente fin nelle radici del nulla. 
    Nel primo Lo vedono innalzato da terra ; nel secondo non Lo vedono, perchè sotto terra.
    Sono due giorni di tribolazione e di pianto : uno di smarrimento per ciò che accade , l'altro di angoscia per ciò che è accaduto.
    Sono i due tempi in cui si compie il destino del Figlio dell'uomo, che ogni uomo attraverserà nel suo cammino da “questo mondo “ al Padre, per giungere alla gioia completa.
    Questi due tempi, pur essendo breve preludio a un terzo tempo di gloria senza fine , per chi li vive sono un unico, interminabile tempo.“Un poco e mi vedrete” Ma, nell'incontro con il Risorto, dolore, paura, delusione, si scioglieranno in gioia, fiducia, speranza.Il mondo riterrà di aver vinto, la tenebra penserà di aver catturato la luce.
    Mentre il mondo non lo vedrà più, i discepoli lo vedranno, “perchè io vivo e voi vivrete” aveva detto Gesù.
    Quando coglieranno la croce come gloria del Figlio tornato al Padre, allora essa non sarà motivo di tristezza, ma di gioia . Non sarà la fine di tutto, ma la sorgente della vita nuova nell'amore. La gioia che viene dalla croce è invincibile : è amore e vita che vince l'odio e la morte stessa.
    “Quel giorno” sarà la nascita dell'uomo nuovo ,in una vita che dura sempre.
    E' il giorno definitivo, il giorno del Signore.
    Allora il silenzio di Dio diventa “la Parola” : il tempo di incomprensione e tristezza si tramuta in comprensione e gioia.

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  2. Ci hai riscattati, Signore, con il tuo sangue,
    uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione;
    hai fatto di noi un regno di sacerdoti per il nostro Dio. Alleluia. (Cf. Ap 5,9-10)


    Esaudisci, o Padre, le nostre preghiere,
    perché con l’accoglienza del Vangelo
    si compia in ogni luogo la salvezza acquistata dal sacrificio di Cristo,
    e la moltitudine dei tuoi figli adottivi
    ottenga la vita nuova promessa da lui, Parola di verità.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.



    Prima Lettura
    In questa città io ho un popolo numeroso.
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 18,9-18

    [Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
    Mentre Gallione era proconsole dell'Acàia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
    Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 46 (47)
    R. Dio è re di tutta la terra
    . Alleluia, alleluia, alleluia.

    Popoli tutti, battete le mani!
    Acclamate Dio con grida di gioia,
    perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
    grande re su tutta la terra. R.

    Egli ci ha sottomesso i popoli,
    sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
    Ha scelto per noi la nostra eredità,
    orgoglio di Giacobbe che egli ama. R.

    Ascende Dio tra le acclamazioni,
    il Signore al suono di tromba.
    Cantate inni a Dio, cantate inni,
    cantate inni al nostro re, cantate inni. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
    ed entrare così nella sua gloria. (Cf. Lc 24,46.26)

    Alleluia.

    Vangelo
    Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 16,20-23a

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
    «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
    La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    La gioia non è vivere di risata in risata. No, non è quello. La gioia non è essere divertente. No, non è quello. E’ un’altra cosa. La gioia cristiana è la pace. La pace che c’è nelle radici, la pace del cuore, la pace che soltanto Dio ci può dare. Questa è la gioia cristiana. Non è facile custodire questa gioia. La gioia cristiana è il respiro del cristiano, un cristiano che non è gioioso nel cuore non è un buon cristiano. E’ il respiro, il modo di esprimersi del cristiano, la gioia. Non è una cosa che si compra o io la faccio con lo sforzo, no: è un frutto dello Spirito Santo. Quello che fa la gioia nel cuore è lo Spirito Santo”. (Santa Marta, 28 maggio 2018)

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  3. A. Fontana “Emmaus, la strada di Dio” - Il Dio sceso sulle strade degli uomini, profumato di mirra e d'incenso, ...un giorno “si è incarnato e ha piazzato la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14). Si è impolverato i piedi, si è lasciato accarezzare da una donna e bagnare il petto dalle sue lacrime, si è seduto a tavola con gli sposi e i peccatori, ha toccato la sofferenza ed è morto di morte ingiusta.
    Perchè Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio a salvarlo, come un buon Samaritano, curvo sui feriti ai bordi delle strade dei cinque continenti. E si prende cura di loro, senza chiedere né il ticket né la tessera sanitaria, li carica sulla sua divinità e li porta al sicuro.
    Ecco il Dio in cui crediamo.”ecco, Egli sta alla porta e bussa.Se qualcuno gli apre,Lui verrà e cenerà con lui e si siederà accanto..”(Ap 3,20)...
    “In questo sta l'amore : non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi...” (1Gv 4,0): il Signore sulle strade percorse si adegua e si arrabatta per farci capire le cose e ci salva. Chissà che non sia proprio questa la vocazione: Dio ci raggiunge, abbordandoci sulla strada tortuosa da noi scelta.
    Chissà che non sia questa la storia dell'umanità : Dio vigilante sui passi che facciamo per ricondurci alla locanda della fraternità. Chissà che non sia questa la nostra missione arrivare alla fine, in qualche modo, e accorgersi che Dio è sempre stato con noi e non ci ha mai abbandonato neanche quando, disorientati, credevamo di averlo perso. Nel buio della giungla. Nel buio della vita. Nel buio della notte...

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