domenica 3 marzo 2013

LA LANCIA Gv 19,31-37

1 commento:

  1. FAUSTI – Gesù, “innalzato da terra”, espelle il capo di questo mondo e diventa centro di attrazione per tutti (12,31) : dopo il ritorno del Figlio al Padre, inizia, dietro di Lui, quello dei fratelli. Giovanni pone come fonte di questo cammino la contemplazione del Trafitto.
    Il Figlio dell'uomo squarciato dalla lancia è l'apertura del cielo su ogni figlio d'uomo.
    Attraverso la fessura del Suo fianco esce l'acqua che ci disseta e noi entriamo nel mistero di Dio.
    Noi cerchiamo segni e prodigi. Il Vangelo ci presenta invece il prodigio di un Dio che ama così. 
    Il colpo di lancia non serve ad accertare la morte di Gesù, già constatata a vista.
    Produce invece la ferita dalla quale scrutiamo l'abisso d'Amore da cui veniamo, il sangue da cui nasciamo e l'acqua di cui viviamo.
    Questa scena sviluppa la precedente, dove Gesù ci consegna lo Spirito, e forma un dittico con la seguente, dove il Suo Corpo, come chicco di grano deposto sotto terra, produce molto frutto (12,24).
    . Sarà un unico giorno. Il Signore lo conosce ; non ci sarà né giorno né notte ; verso sera risplenderà la luce.
    In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso il mar orientale e parte verso il mar Mediterraneo, sempre, estate e inverno. Il Signore sarà Re di tutta la terra e ci sarà il Signore soltanto, e soltanto il Suo Nome” (Zc 14,6-9).
    Il Corpo di Gesù, Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, è il vero Santuario (2,21).
    Il Suo fianco trafitto è il lato del Tempio da cui fluisce il grande fiume che risana e fa rivivere terra e mare, producendo alberi che fruttificano dodici mesi l'anno. I loro frutti sono cibo ad ogni fame, le loro foglie medicina ad ogni male (Ez 47,1-12 Ap 22,2).
    L'apertura del fianco del Crocifisso corrisponde allo squarciarsi del velo del santuario ricordato negli altri Vangeli : abolendo ogni separazione, stabilisce comunione tra Dio e uomo.
    La lancia del soldato apre la porta del grande passaggio, dal quale Dio esce verso l'uomo e l'uomo entra in Dio.
    Inizia la Pasqua definitiva e la Nuova Alleanza, la nuova creazione e l'effusione dello Spirito.
    Ciò che in Gesù è compiuto, inaugura il nostro futuro. Dal Figlio infatti viene l'acqua viva per i fratelli. “Da quell'ora” essi continueranno nel mondo la Sua stessa missione , in cammino verso “l'ora”, che deve compiersi in tutti, come in Lui e grazie a Lui.
    “Guarderanno verso Colui che trafissero”(Zc 12,10) Zaccaria parla della contemplazione di un trafitto da cui si effonderà uno spirito di grazia e di consolazione su tutti. E' ciò che avviene “in quel giorno” , in cui una sorgente zampillante purificherà il popolo (Zc 13,1) e sgorgheranno da Gerusalemme acque vive ed eterne. Allora il Signore sarà re di tutta la terra ( Zc 14,8).
    La salvezza del re trafitto è Universale, come la Sua Regalità :” E ognuno lo vedrà, anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto” (Ap 1,7).
    Fine del Vangelo di Giovanni è portarci davanti al Trafitto, per scrutare attraverso la fessura della lancia. L'occhio e il cuore del lettore, è tutto verso questa ferita da cui zampilla Sangue e Acqua. 
    Chi la guarda diventa raggiante (Sl 34,6). 
    Chi contempla il Trafitto, comprende l'amore estremo, si sente compungere il cuore e chiede . “ Che fare?” (At 2,37). 
    la sua vita diventa ormai risposta a ciò che ha visto. Dal pozzo di Giacobbe bevvero i nostri padri e i loro armenti (4,12) : da questa fenditura della Roccia l'universo intero attinge la vita del Figlio. Basta accostare ad essa la bocca : “ O voi tutti assetati, venite all'acqua” (Is 55,1). E' l'invito della sapienza , della Parola fatta carne, che non torna senza aver compiuto ciò per cui fu mandata (Is 55,11).

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