domenica 24 febbraio 2013

"TUTTO E' COMPIUTO" Gv 19,28-30

2 commenti:

  1. FAUSTI – Gesù non subisce la Passione. Ne è protagonista, cosciente e libero ( 13,1-3).
    prima sa che tutto è compiuto, poi lo dice e infine lo fa. 
    La Sua Parola precede il fatto : “la Parola” fa fa quanto dice e torna a Colui che l'ha inviata non senza aver compiuto ciò per cui fu mandata (Is 55,11).
    La sete, bisogno assoluto, ancor più della fame, è desiderio di acqua, di vita. 
    Dio, essendo amore perfettamente amante e amato, è desiderio di amare. 
    Il compimento della Scrittura sgorga da questa Sua sete.
    Per sè l'espressione non è una citazione biblica. Molti Salmi parlano della nostra sete di Dio (42,2-63,2); qui però si tratta della sete di Dio nei nostri confronti, fonte della nostra sete di Lui. Questa sete è dunque da leggere innanzittutto alla luce della prima visita al Tempio, identificato con il Corpo di Gesù Morto e Risorto , divorato dal fuoco di quella casa del Padre che sono i fratelli. (2,13) : è sete di dare lo Spirito, che ricorda quando Gesù, stanco e seduto sul pozzo, chiede da bere - era l'ora sesta! - (4,6) e promette alla Samaritana l'acqua viva ( 4, 10-14).
    Questa sete è poi da leggere alla luce dell'odio gratuito del mondo contro di Lui che è amore gratuito. La sete richiama anche il grido di Gesù al tempio, nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa : “ Chi ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me , come dice la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (7,37).
    Questo fiume d'acqua viva è lo Spirito che i credenti in lui riceveranno quando sarà glorificato. La sete di Gesù non è solo fisica, straziante per uno appeso a una croce. 
    E' la sete di un Dio che ha tanto amato il mondo da dare l'unico Figlio . È desiderio della nostra salvezza. Gesù ha sete di donarci ciò che ci disseta, desidera offrirci ciò che desideriamo : essere come Dio, avere la Sua stessa vita.
    “Un vaso” E' l'unico punto di Giovanni in cui ricorre il termine vaso. Questo “vaso “che giace richiama le idrie di pietra alle nozze di Cana (2,6) e quella abbandonata dalla Samaritana al pozzo.
    Il vino è simbolo di amore e vita piena. L'aceto è vino andato a male. 
    Se a Cana mancava il vino, questo vaso è pieno d'aceto. 
    Alla mancanza d'amore corrisponde la pienezza di odio.
    L'uomo è un vaso sempre pieno o vuoto, di odio o di amore. Questo vaso è il calice che il Padre gli ha dato da bere, quello che gli offrono i fratelli (18,11) : per Lui trabocca di furore e di ira , per noi di salvezza (Sl 75, 9- 116,13). Se il vaso è il mondo, “pieno” di aceto, ciascuno di noi è una spugna, a sua volta “piena” dello stesso aceto .
    A Gesù è presentata la pienezza del nostro male.
    Il gesto di dargli aceto – non si dice chi lo compia – potrebbe indicare la pietà. L'aceto è bevanda dissetante. 
    Tuttavia il contesto, con i termini sete e aceto, richiamano il Salmo 69, 22 , già citato a proposito dell'amore che divorerà il Suo Corpo, oggetto di odio immotivato. 
    Il gesto quindi significa l'offerta di odio e morte a Colui che dà amore e vita. 
    “ La porsero alla sua bocca” Anche qui non si dice chi la porga. 
    Volutamente, perchè siamo tutti e ciascuno. “E' stato compiuto”- E' l'ultima Parola di Gesù che, donate le vesti ai soldati e affidato il discepolo alla Madre e questa al discepolo, ha appena bevuto il nostro aceto. Così è compiuta la Sua missione . Mostrando la Gloria dell'Amore estremo, ci consegna lo Spirito, che in Lui ora vediamo e conosciamo. Giovanni è davvero il “Vangelo spirituale” , la Buona Notizia che lo Spirito, Vita di Dio, è comunicato agli uomini.

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  2. ---Con la Sua morte, Gesù non giunge alla fine, ma al fine della Sua esistenza .
    Dopo la Croce comincia il settimo giorno, quando Dio, portata a termine la creazione, finalmente riposa dalla Sua fatica (Gen2,2) .
    Il Figlio dell'uomo è generato al cielo, ai Suoi piedi nasce l'umanità nuova dei figli di Dio.
    Gesù, mentre torna al Padre con la nostra carne, consegna a ogni carne il Suo Spirito, che ci fa Suoi fratelli. Ciò che sul Golgota è stato compiuto, resta sempre a nostra disposizione nel memoriale Eucaristico, dono permanente della Sua Carne e del Suo Sangue, del Suo Corpo e del Suo Spirito.
    Gesù, da protagonista attivo, vive coscientemente la Sua morte e dirige il momento ultimo del Suo passaggio da questo mondo al Padre. Come ha lasciato in eredità ai nemici vesti e tunica, lascia al discepolo – e in lui a tutti – la Madre e lo Spirito, il Sangue e l'Acqua.
    Alla fine, invece del grido di abbandono (Sl 22,2)o di affidamento (Sl 31,6) , c'è l'annuncio: “E' stato compiuto”. Il Messia sofferente in Giovanni è presentato esplicitamente come il Re della Gloria : il Crocifisso è vittorioso. L'andarsene di Gesù , culminante nel dono dello Spirito, è sotto il segno del compimento . Tutto è consegnato e accolto.All'inizio c'è la coscienza che ogni cosa è compiuta (28a), alla fine la Parola che lo rivela a tutti (30a) e nel mezzo la considerazione dell'evangelista che dichiara il compimento della Scrittura (28b). 
    “Dopo questo” tutte le cose sono già compiute per quanto riguarda Gesù. Ha vissuto l'Amore alla perfezione, fin dentro la morte. Infatti, seguendo il comando del Padre, ha deposto la vita in favore dei fratelli (10,18); consegnando poi al discepolo la Madre e questa al discepolo, ha donato ai mortali la reciprocità dell'amore. Di più non può darci : ci ha dato Dio stesso, che è Amore reciproco tra Padre e Figlio. Questo è tutto e, al di fuori di questo, non c'è nulla.
    L'ora della gloria, verso cui la Sua vita tendeva, è venuta. La creazione nuova è compiuta : è Lui stesso la creatura nuova , il Figlio che ama dello stesso unico amore Padre e fratelli. 

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