sabato 26 gennaio 2013

GESU' DA ANNA Gv 18,12 - 16


1 commento:

  1. FAUSTI - Proprio facendosi prendere realizza il Suo obiettivo : l'odio concepisce l'amore, la tenebra si impregna di luce, la morte di vita.
    Anna è “padre” dei vari capi dei sacerdoti che gli succedono nella carica.
    L'incontro diretto è con lui, rappresentante del capo di questo mondo, che sta dietro le quinte, gli altri sono suoi agenti, quasi sua filiazione.
    Gesù aveva detto poco prima a Pietro : “Dove vado io, adesso non puoi seguirmi, mi seguirai più tardi”. Alle sue proteste di volerlo seguire, fino a dare la vita per lui, Gesù aveva predetto il suo rinnegamento. Pietro è davvero disposto a morire per Gesù .
    Ha impugnato la spada per difenderlo, con il rischio di essere ucciso.
    Non ha ancora capito che il Signore deve morire, per lui come per tutti.
    La salvezza non è che io muoia per Lui, ma che Lui muore per me.
    Non devo guadagnarmi il Suo Amore. Il Suo Amore per me è incondizionato e gratuito , il mio per Lui viene dopo, come risposta al Suo per me. Pietro lo segue per vedere come vanno a finire le cose. E' qui di sua iniziativa, per mostrargli la sua amicizia a tutta prova. Ma non è ancora discepolo del Maestro che lava i piedi, del Pastore bello che dà la vita, del Figlio dell'uomo innalzato che rivela :”Io-Sono”.
    Ama Gesù ma non può seguirlo nel Suo cammino.
    Infatti capirà per esperienza che nulla mai potrà separarlo dall'amore di Dio . Non dal suo amore per Dio, ma dall'amore di Dio per lui in Cristo Gesù, il quale lo ha amato e ha dato se stesso per lui.
    E' infatti venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali anche lui fa parte.
    Grazie alla sua caduta, quando si sarà ravveduto, potrà confermare nella fede i fratelli.
    Saprà che la fede è certezza non della nostra fedeltà al Signore, ma della Sua a noi.
    “Un altro discepolo” questo discepolo, identificabile con quello che “Gesù amava” è “altro” rispetto a Pietro e agli altri. E' tra coloro che hanno ascoltato e accolto ciò che Gesù ha detto , è quindi capace di seguirlo , affrontando con Lui l'odio del mondo.
    Il tema del testo riguarda l'essere o meno discepoli di Gesù, seguaci di Lui e del Suo insegnamento. Vero discepolo è colui che conosce il Suo insegnamento e osserva il Suo comando, quello dell'Amore.
    Questo discepolo può andare dove va il Suo Signore : ha poggiato il capo sul Suo petto e conosce l'Amore con cui è amato. Può entrare nel recinto con il Pastore Bello che osserva il comando ricevuto dal Padre : dare la vita per le sue pecore e riprenderla di nuovo.
    Molte parole di questa scena richiamano la parabola del Pastore Bello “entrare” “recinto” “porta” e “portinaio”(C. 10)
    Questo discepolo può “entrare e uscire” : ha la libertà di chi è con Gesù e sa amare come è amato.
    Pietro non è in grado di seguire il Signore, sta fuori dalla porta.
    Questa porta è Gesù stesso , chi entra attraverso di Lui sarà salvo (10,9).
    L'altro discepolo invece entra con Gesù ed esce poi verso i fratelli. Esce per introdurre anche Pietro
    in quella porta, dove può vedere la testimonianza del Figlio. Lì conoscerà la verità, su di sé e su di Lui, e potrà alfine diventare discepolo.
    “Parlò alla portinaia” Ricorda il portinaio del recinto, che apre al pastore perchè lo riconosce.

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