lunedì 7 gennaio 2013

PREGHIERA SACERDOTALE Gv 17,1-5


3 commenti:

  1. . FAUSTI - Dal cielo è sceso il Figlio e lo Spirito sopra di Lui. Dal cielo venne anche la voce del Padre. Ai discepoli Gesù aveva promesso che avrebbero visto il cielo aperto sul Figlio dell'uomo.
    Il cielo indica la sfera divina , il Padre stesso, dal quale il Figlio viene e al quale torna, dal quale riceve lo Spirito che donerà ai fratelli quando sarà elevato da terra. 
    Il cielo aperto, comunione piena tra Dio e uomo, sarà il Suo fianco squarciato , dal quale si riversa sul mondo il mistero di Dio. 
    “ PADRE!” Con questo nome Gesù chiama Dio : è il Figlio amato che ama il Padre. 
    L'invocazione “Abbà” è il grido dello Spirito in noi.
    Dire “Padre” a Dio in Spirito e Verità , nello Spirito del figlio che è la nostra verità, è il vero culto (4,23) , l'ineffabile gioia di scoprire l'identità Sua e nostra .
    In questa parola finalmente Dio è per noi ciò che è da sempre in se stesso, e noi diventiamo ciò che , grazie a Lui, siamo.
    “E' venuta l'ora” E' l'ora della glorificazione dl Figlio dell'uomo, preannunciata a Cana (2,4) , iniziata dopo l'unzione di Betania (12,23) e pienamente accettata da Gesù , nonostante il turbamento che comporta (12,27).
    E' infatti l'ora del seme che muore per fruttificare (12,24) .
    Il Figlio la vive come espressione piena del Suo amore per il Padre e i fratelli (13,1) ,manifestazione della gloria. 
    Questo suo potere si rivela nell'amore che dà la vita. Infatti , proprio dando la vita, diventa principio di vita come il Padre. Questo è il comando che il Figlio riceve dal PADRE.
    Il potere del Figlio su tutto il creato è quello dell'amore : è il potere di chi si fa servo, perchè anche noi possiamo lavarci i piedi gli uni gli altri , amandoci con lo stesso amore con il quale Egli ci ama. 
    Il dono del Figlio è la vita del PADRE. 
    Ogni carne è destinata a vivere del soffio di Dio, lo Spirito Santo, amore reciproco tra Padre e Figlio.
    La vita è “conoscere” Dio come Padre, avere di Lui la stessa conoscenza del Figlio.
    Non si tratta di semplice conoscenza intellettuale, ma di esperienza vitale.
    “Conoscere” esprime la relazione intima di amore tra Padre e Figlio.
    Gesù è venuto a manifestare il nome del Padre , a farcelo conoscere, perchè contempliamo la Sua gloria di Figlio: ci vuol dare il Suo stesso rapporto con il Padre.
    Questi infatti ama noi come ama Lui, il Figlio unigenito, il quale, a Sua volta, ci ama con lo stesso amore con il quale è amato dal Padre. 
    Lo stupore infinito e il gaudio indicibile di ogni persona è conoscere di essere amata dal Padre con lon stesso amore con il quale ama il Figlio.
    La vita che Gesù ci dà è la Sua stessa conoscenza e comunione di Figlio con il Padre.
    Infatti “conoscere Te è giustizia perfetta e conoscere la Tua potenza è radice di immortalità” (Sap 15,3).
    Il Vangelo è scritto per farci conoscere il dono di Dio. In quanto uomini noi viviamo secondo ciò che noi conosciamo. Chi non conosce il Padre, ignora sé, gli altri , il mondo, - sé come figlio, gli altri come fratelli, il mondo come dono del Padre
    L'unico vero Dio è quello che conosciamo attraverso il Figlio
    È il Padre che ci ama come figli e che amiamo come Padre.
    Gesù si pone sul medesimo piano dell'unico vero Dio, è il Figlio, mandato dal Padre per salvare il mondo mediante la conoscenza del Suo amore. 
    E' infatti la conoscenza dell'amore che salva.
    Non si può conoscere il Padre senza il Figlio che Lo rivela , né il Figlio senza il Padre che a Lui ci attira.Gesù , il Messia, ci rivela l'unico vero Dio come Padre di tutti : è il Figlio da lui inviato per rivelarci il Suo amore.
    Il discorso passa dalla terza alla prima persona : Gesù ha rivelato ai fratelli la gloria di Dio, la bellezza dell'amore tra Padre e Figlio. 
    Gesù che ha levato gli occhi al cielo ora li li rivolge sulla terra , guardando l'opera compiuta. Ha glorificato il Padre . ha manifestato il Suo amore dando vita e libertà ai fratelli aprendo gli occhi ai ciechi e lavando i piedi ai discepoli. 

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  2. La Sua fatica raggiungerà tra poco il suo fine , quando consegnerà lo Spirito. 
    L'opera del Figlio è la stessa del Padre : renderci fratelli per essere figli .
    La glorificazione di Gesù è un processo storico, come il diventare carne della Parola.
    Germoglia visibilmente nel Suo Battesimo, cresce nel Suo operare per gli uomini e si compie adesso nel Suo innalzamento, quando dona la vita.
    Il Suo innalzamento è la Sua elevazione presso il Padre, la pienezza del Suo potere di amare e dare vita. Questa è la gloria che i discepoli presto contempleranno.
    Gesù, ormai prossimo alla croce , chiede che il Padre lo glorifichi “adesso” manifestando attraverso di Lui il Suo eterno Amore per il Figlio e per tutti i suoi figli.
    Gesù ha manifestato agli uomini il “Nome” , l'inconoscibile , Colui che è Quello che è , si chiama Abbà, papà. Dire questo Nome significa entrare con Lui nella Sua relazione d'amore di Figlio con il Padre : Dio è mio papà, mio papà è Dio!
    Padre dice alterità e identità, natura e relazione, origine e destinazione.
    Ciò che il Figlio ha fatto e detto , ci ha fatto conoscere il Padre che è nel Figlio 
    “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (14,9).
    “Uomini che mi hai dato” . Sono i discepoli, che già hanno rotto con “il mondo” : tirati fuori dalle tenebre , son venuti alla luce come figli. 
    Essi sono la primizia di quelli che, per la loro testimonianza, crederanno nel Figlio. Non appartengono al mondo, ma al Padre . Sono Sua proprietà, Suoi figli.
    Il Figlio considera come dono del Padre quelli che aderiscono a Lui . Sono i Suoi fratelli.
    La parola del Padre è il Figlio stesso , che rivela il Suo amore. I Suoi discepoli son quelli che l'han accolto e custodito . Il verbo custodire, in greco, significa osservare, guardare bene : l'occhio va dove è il cuore.

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  3. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 20,17-27

    In quei giorni, da Milèto Paolo mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa.
    Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù.
    Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.
    E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 17,1-11a

    In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:

    «Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
    Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
    Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
    Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Mentre guidava la Chiesa era con l’atteggiamento di non fare compromessi; adesso lo Spirito gli chiede di mettersi in cammino, senza sapere cosa accadrà. 'So soltanto - lo Spirito gli aveva fatto sapere quello - che lo Spirito santo di città in città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni’. Quello lo sapeva. Non vado in pensione. Sempre il cuore aperto alla voce di Dio. Con questo esempio tanto bello preghiamo per i pastori, per i parroci, per i vescovi, per il Papa, perché la loro vita sia una vita senza compromessi, una vita in cammino, e una vita dove loro non si credano che sono al centro della storia. (Santa Marta, 30 maggio 2017)

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