lunedì 28 gennaio 2013

RINNEGAMENTO DI PIETRO Gv 18,16-27

2 commenti:

  1. FAUSTI – A Pietro è chiesto se “anche” lui, oltre quell'alro che lo ha introdotto,è discepolo di quell'uomo chiamato Gesù. Se Gesù aveva risposto : “Io-Sono” (v 5,6,8) , Pietro risponde .”Non-sono”. Nega la sua identità di discepolo. Sembra mentire. 
    Invece afferma, per la prima volta, la verità : non è discepolo del Maestro e Signore che lava i piedi.
    Secondo lui Gesù non deve fare questo.
    Pietro, non ancora illuminato, è cieco e non può dire, come l'ex cieco :”Io sono”. 
    Invece di “io” dice “non” : il suo io non c'è più. Giovanni Battista, alla domanda se fosse lui il Cristo, rispose . “Non sono”. 
    E così rese testimonianza alla luce, proprio perchè lui non era la luce. (1,8).
    Anche Pietro, grazie al suo rinnegamento, diventerà come lui, testimone della luce che ha vinto la sua cecità.
    “Avevano fatto brace” Anche Gesù risorto farà brace per offrire il Suo cibo ai discepoli. Ora lo sta preparando : è la Sua carne per la vita del mondo (6,51), consumata dallo zelo del Padre, (2,17),
    bruciata dall'amore poer i fratelli.
    Questa brace c'è a causa del freddo. Il freddo richiama l'inverno in cui vogliono lapidare Gesù., la notte in cui Giuda uscì.
    Gelo e tenebra sono rotti dalla brace , posta al centro, che tutti riscalda.
    Pietro sta lì, in piedi, tra gli avversari di Gesù, come Giuda quando lo ha consegnato. 
    Anche se vuol seguirlo, non è “con” Gesù, ma “accanto a loro”, i suoi nemici. Infatti, più che lavare i piedi, preferisce maneggiare spade.
    Anche Pietro si scalda a quel fuoco, amore che si offre ad amici e nemici. - Pietro è interrogato dai servi circa il suo essere discepolo di Gesù, Gesù è interrogato dal capo circa i Suoi discepoli e il Suo insegnamento.Non si formula accusa né si offrono prove.
    Tutta la Sua vita pubblica è stata una rivelazione : Lo si conosce bene e si è già deciso di ucciderlo.
    Ormai alla fine della Sua missione , Gesù risponde facendo una considerazione complessiva sul Suo insegnamento. 
    La prima caratteristica del Suo insegnamento è l'essere pubblico, aperto a tutti.
    Non è esoterico, “dice-tutto” francamente , senza nascondere nulla.
    Gesù si distingue dal mondo : ne è il Principio, la Parola attraverso la quale fu fatto, il Figlio inviato dal Padre per rivelargli il Suo Amore.
    Egli fa conoscere Dio , la Sua esistenza è racconto dell'Amore del Padre offerto a tutti.
    Tranne i discorsi fatti ai discepoli nell'Ultima Cena, Gesù ha insegnato nella sinagoga e nel tempio, rispettivamente luogo della Parola e della Presenza.
    Il Signore non ha parlato in segreto o in luogo oscuro (Is 45,19).
    Gesù non tiene nascosto nulla : rivela il mistero di Dio. 
    Gesù interrogato, si fa interrogatore. 
    Egli ha detto tutto a tutti. 
    Ora attende risposta. 
    Il Signore non va interrogato, ma ascoltato.
    Spesso interroghiamo Dio o ci interroghiamo su di Lui. Ma inutilmente. 
    Non capiremo nulla di Lui fino a quando non taciamo e ci lasciamo interrogare da Lui.
    L'ignoranza, è vero, scusa tutti, ma ci rende come bestie.
    La conoscenza invece responsabilizza ; e ci rende uomini, capaci di rispondere.

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  2.  “Diede uno schiaffo a Gesù “ E' una delle guardie del tempio, servo dei capi. Sua identità è l'essere suddito, obbediente e cieco.La risposta di Gesù è per lui una ribellione al potere. Effettivamente la verità fa liberi (8,32), è contraria alla falsità che opprime.
    Alla Sua domanda, invece della risposta, Gesù riceve uno schiaffo. 
    Così il potere risponde alla verità. Lo schiaffo è un tipo di violenza particolare , che sottolinea l'inferiorità dell'altro.
    Solo tra pari si lotta con impegno, per piegare a proprio vantaggio l'esito incerto.
    L'ideale del potere è mostrarsi tanto forte da tenere assoggettato l'altro senza la necessità di misurarsi con lui.
    In questo schiaffo si può leggere il male più profondo della storia , lo strapotere di chi tiene in schiavitù tutti, servendosi degli schiavi per punire chi è libero e dimostrare a tutti che non vale la pena di opporsi. Posto al centro del racconto, questo schiaffo corrisponde al rinnegamento di Pietro.
    Anche lui ha rinnegato perchè ha confidato nella spada e non nella Parola.
    Il rifiuto della rivelazione ricade su Gesù stesso ; lo schiaffo è anticipo simbolico della croce.
    Se un servo dei capi dà uno schiaffo al suo Cristo, come non pensare ai milioni di cosiddetti cristiani che hanno sterminato l'intero Suo popolo e sterminato i poveri della terra, Suoi fratelli?
    E' una vergogna, abominio senza fine : la consumazione del male.
    Gesù, alla violenza che viene dalla menzogna, risponde con la forza della verità, interpellando la coscienza. L'appuntamento con essa, moralmente ineludibile, fonda la dignità dell'uomo.
    Ma risulta che eludere l'ineludibile sia lo sport preferito delle masse e dei loro capi, almeno per ciò che riguarda la coscienza.
    Gesu invita il servo a usare la ragione (“se male parlai, testimonia”) , a guardarela realtà senza pregiudizi. “Se invece bene, perchè mi percuoti?” In queste parole di Gesù risuona il lamento di tutti i giusti, vittime del male. E' il lamento di Dio stesso, che chiede al Suo popolo che cosa gli ha fatto, per essere trattato così male (Mi 6,3).
    Anna non risponde alla domanda di Gesù. Il potere non conosce dialogo.
    Manda Gesù da Caifa, marito di sua figlia. 
    Il Figlio, inviato dall'Amore del Padre per salvare i fratelli, è legato dal loro odio e inviato a chi Lo vuole uccidere. Ma Colui che è schiavo e legato, è l'Amore sovrano, il sovrano dell'amore, libero e vincitore del male Ora si accorge di non essere” con” Gesù , così diverso da ciò che lui credeva e desiderava.
    Pietro è come gli altri : non accetta il Signore che lava i piedi , 
    il Figlio dell'uomo innalzato, l'Io-Sono come crocifisso.
    Essere con Gesù significa fare le Sue scelte , avere il suo stesso Spirito.

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