martedì 12 febbraio 2013

LO CONSEGNO' LORO Gv 19,9-16

1 commento:

  1. FAUSTI - “Da dove sei Tu'” E' il faccia a faccia tra l'ecce Homo, Salvatore del mondo, e il rappresentante di Cesare,padrone del mondo.Gesù non gli diede risposta.Questo silenzio è una risposta eloquente,che dice molte verità:
    1- E' inutile rispondere a chi non ascolta. Il tacere evidenzia, con discrezione, l'indisponibilità ad ascoltare, propria di chi vuole solo interrogare.
    2- Gesù ha risposto sulla Sua regalità,diversa da quella che Pilato conosce: non è da questo mondo, perchè testimonia la verità.E' Pilato che deve dare risposta a questa proposta.
    3- La proposta di Gesù non può essere imposta .La verità può solo essere testimoniata da uno capace di esporre, disporre e deporre la propria vita a favore dell'altro, offrendogli la possibilità di rispondere. 
    Gesù si rivela come il Messia / Servo .”Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca ,
    era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la Sua bocca. (Is 53,7).
    4- Il silenzio di Gesù rivela la maestà di Dio, principio di tutto. Il potente persiste nell'interrogare. Non si mette mai in questione . Ha l'irresponsabilità propria di ogni potere “da” questo mondo che, nel suo ambito, dal più ampio al più ristretto,tende a dominare invece che a servire. Non tiene conto della verità e della vita dell'altro : ha come pastore la morte. (Sl 49)
    La scena è piena di tragica ironia. Che libertà può offrire Pilato a chi testimonia la Verità che fa liberi?Ciò che la regalità da questo mondo può offrire ai suoi sudditi è la schiavitù(1 Sam 8,1...).
    Ci son due modi contrari di concepire la regalità : uno di amore e verità, di libertà e vita, l'altro di violenza e menzogna, di schiavitù e di morte. Pilato, come ognuno di noi, è chiamato a scegliere.
    Dopo il Suo silenzio, il Re apre la bocca. Non perché intimidito, ma per convincere Pilato del suo peccato, presupposto perché conosca la giustizia e il giudizio.
    Gesù, da giudicato, ora diventa giudice. Ma è un giudice particolare : senza minacciare violenza, ponendolo di fronte alla verità, fa esplodere in lui il conflitto di coscienza.
    Pilato non ha altro potere, se non quello che gli è stato dato dall'alto, da un altro che sta sopra di lui.
    Questo “alto” è Dio stesso, che ha dato all'uomo il libero arbitrio.Egli non vuole il male, ma rispetta la nostra libertà: ci ha posto innanzi il bene e il male, la vita e la morte, perché potessimo responsabilmente aderire al bene e conseguire la vita. Se però facciamo il male, Lui rimane talmente libero da farsene carico. Così ci rivela il Suo amore e libera la nostra libertà.
    Anche il male che facciamo ricade, alla fine, sotto il Suo potere : lo porta su di Sé per donarci il Suo bene. “Per questo chi mi consegnò a te ha un peccato più grande”. Gesù dice che “per questo” il peccato maggiore non è di Pilato. Chi non risponde alla propria coscienza è un fallito : è contro la propria verità.
    Pilato sta usando il suo potere senza libertà : obbedisce, contro la sua coscienza, alla volontà omicida dei capi e del capo di questo mondo.

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