venerdì 22 febbraio 2013

VICINO ALLA CROCE Gv 19,25

5 commenti:


  1. S. FAUSTI - “Donna, ecco il tuo Figlio / ecco la tua Madre” Sono le ultime parole che Gesù rivolge alla Madre e al discepolo amato. Il Re della Gloria continua il “Suo giudizio”: ai crocifissori dona le vesti, alla Madre il discepolo e al discepolo la Madre.
    “Dopo questo” sa che tutto è compiuto :porta a termine la Sua missione di Figlio, consegnerà lo Spirito.
    Gli altri vangeli guardano ciò che avviene in croce di riflesso, nelle reazioni degli spettatori. Tranne che nel Suo duplice grido prima di spirare, Gesù è contemplato indirettamente attraverso le parole dei presenti. Giovanni, invece, con un rapido susseguirsi di scene, punta direttamente l'occhio sulla Gloria : osa fissare faccia a faccia la luce del mondo.
    Il linguaggio ,sobrio ed essenziale , non tradisce emozioni . In poche parole presenta realtà così grandi che , di fronte ad esse, tutto tace. Davanti al sublime c'è solo estasi, silenzio di panico coinvolgimento.
    Le ultime tre icone riportano brevi istanti dove la durata del racconto tende a corrispondere a quella del fatto . Tempo narrante e tempo narrato coincidono in tempo reale. In questo modo si ottiene l'effetto di far partecipare il lettore all'evento. Questi è presente alla scena, immerso in un tempo senza tempo : tocca l'Eterno, vede l'Invisibile , si inabissa nella Gloria.
    In effetti la Parola, ogni Parola, è come una finestra : non guardi lei, ma attraverso di lei.
    Allora ti apri all'Altro ; e l'Altro si apre a te . Esiste per te e tu per lui , entra in te e tu in Lui, fa parte di te e tu di Lui. Si può dire che, come nel “linguaggio di Adamo” , nella singola parola eccheggia il tutto. Questa narrazione, posta al centro delle cinque che rappresentano ciò che avviene sulla croce, è splendida, e, nell'economia di Giovanni, ha un valore definitivo.
    In essa sono ripresi e risuonano insieme , in pienezza armonica, i temi del Vangelo : è “L'ora” verso la quale tutto tendeva , l'ora della luce, che raggiunge e illumina l'universo.
    Il racconto è un pozzo inesauribile, con la profondità del mistero che presenta. Nei Vangeli le persone sono sempre anche “personaggi” , figure tipiche nelle quali ognuno si riconosce.
    A livello storico la madre di Gesù e le altre donne sono le persone che amano Gesù , mentre il discepolo è la persona che sa di essere amata da Gesù.
    A livello simbolico generale , madre e donne da una parte e discepolo amato dall'altra sono rispettivamente figura dell'amore dato e dell'amore ricevuto.

    RispondiElimina
  2. .continua > La Madre con le sue compagne , rappresenta chiunque dà amore.Questi è innanzittutto il Padre nei confronti del Figlio, poi Dio nei confronti dell'universo, il Figlio nei confronti dei fratelli, Gesù nei confronti del discepolo, Israele nei confronti della Chiesa , e così via fino alla più piccola delle creature : chiunque riceve amore è immagine del Figlio, amore amato.
    Ma di amore dato si muore e di amore ricevuto si soffoca : si vive solo quando l'amore amante è amato e l'amore amato è a sua volta amante.
    Questo amore corrisposto che “circola” tra Padre e Figlio è lo Spirito Santo, danza di Dio e vita di quanto esiste. Gesù, amore amato, è amante del Padre e dei fratelli : ha la pienezza dello Spirito.
    Ora che se ne va, per chi Lo ama e per chi è da Lui amato, è l'ora della separazione.
    Per questo, prima di andarsene, si prende cura di loro.
    Affidando il discepolo alla Madre, la Madre ha chi amare e il discepolo chi lo ama;
    affidando la Madre al discepolo, la Madre ha chi la ama e il discepolo ha chi amare.
    Così compie la Sua opera di Figlio . Comunica ai fratelli il Suo Spirito , Amore amante e amato, perfettamente corrisposto.
    A livello simbolico specifico, Maria di Nazareth , chiamata donna, è la sposa, l'Israele che attende lo Sposo. Ora che è venuto, diventa Madre e genera l'Uomo nuovo, il popolo messianico, la Chiesa. Inoltre Maria, in quanto Madre del Figlio e dei Suoi fratelli, è segno dell'unità realizzata dalla croce,
    che abbraccia insieme il popolo dell'antica e nuova Alleanza , aperta a tutti.
    Infine , in quanto donna, è la Sposa, la figlia di Sion, il popolo della promessa che attende il suo Signore. Ora che è venuto, gli genera il popolo messianico.
    Concludendo possiamo dire che Maria, oltre che figura universale di chi ama, -correlativa al discepolo, figura di chi è amato - , rappresenta Israele, donna/sposa del Signore, che diventa Madre del Messia e del Suo popolo . è insieme compimento di Israele e principio della Chiesa.
    Israele riconosce la Chiesa come sua figlia e la Chiesa riconosce Israele come sua madre.
    C'è continuità e unità tra Antica e nuova Alleanza come tra Madre e Figlio : sono “uno” nel reciproco amore.

    RispondiElimina
  3. MADRE DELLA CHIESA



    Madre della Chiesa, e Madre nostra Maria,
    raccogliamo nelle nostre mani
    quanto un popolo è capace di offrirti;
    l'innocenza dei bambini,
    la generosità e l'entusiasmo dei giovani,
    la sofferenza dei malati,
    gli affetti più veri coltivati nelle famiglie,
    la fatica dei lavoratori,
    le angustie dei disoccupati,
    la solitudine degli anziani,
    l'angoscia di chi ricerca il senso vero dell'esistenza,
    il pentimento sincero di chi si è smarrito nel peccato,
    i propositi e le speranze
    di chi scopre l'amore del Padre,
    la fedeltà e la dedizione
    di chi spende le proprie energie nell'apostolato
    e nelle opere di misericordia.
    E Tu, o Vergine Santa, fa' di noi
    altrettanti coraggiosi testimoni di Cristo.
    Vogliamo che la nostra carità sia autentica,
    così da ricondurre alla fede gli increduli,
    conquistare i dubbiosi, raggiungere tutti.
    Concedi, o Maria, alla comunità civile
    di progredire nella solidarietà,
    di operare con vivo senso della giustizia,
    di crescere sempre nella fraternità.
    Aiuta tutti noi ad elevare gli orizzonti della speranza
    fino alle realtà eterne del Cielo.
    Vergine Santissima, noi ci affidiamo a Te
    e Ti invochiamo, perché ottenga alla Chiesa
    di testimoniare in ogni sua scelta il Vangelo,
    per far risplendere davanti al mondo
    il volto del tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo.



    (Giovanni Paolo II)

    RispondiElimina
  4. FAUSTI - “Donna, ecco il tuo Figlio / ecco la tua Madre” Sono le ultime parole che Gesù rivolge alla Madre e al discepolo amato. Il Re della Gloria continua il “Suo giudizio”: ai crocifissori dona le vesti, alla Madre il discepolo e al discepolo la Madre.
    “Dopo questo” sa che tutto è compiuto :porta a termine la Sua missione di Figlio, consegnerà lo Spirito.
    Gli altri vangeli guardano ciò che avviene in croce di riflesso, nelle reazioni degli spettatori. Tranne che nel Suo duplice grido prima di spirare, Gesù è contemplato indirettamente attraverso le parole dei presenti. Giovanni, invece, con un rapido susseguirsi di scene, punta direttamente l'occhio sulla Gloria : osa fissare faccia a faccia la luce del mondo.
    Il linguaggio ,sobrio ed essenziale , non tradisce emozioni . In poche parole presenta realtà così grandi che , di fronte ad esse, tutto tace. Davanti al sublime c'è solo estasi, silenzio di panico coinvolgimento.
    Le ultime tre icone riportano brevi istanti dove la durata del racconto tende a corrispondere a quella del fatto . Tempo narrante e tempo narrato coincidono in tempo reale. In questo modo si ottiene l'effetto di far partecipare il lettore all'evento. Questi è presente alla scena, immerso in un tempo senza tempo : tocca l'Eterno, vede l'Invisibile , si inabissa nella Gloria.
    In effetti la Parola, ogni Parola, è come una finestra : non guardi lei, ma attraverso di lei.
    Allora ti apri all'Altro ; e l'Altro si apre a te . Esiste per te e tu per lui , entra in te e tu in Lui, fa parte di te e tu di Lui. Si può dire che, come nel “linguaggio di Adamo” , nella singola parola eccheggia il tutto. Questa narrazione, posta al centro delle cinque che rappresentano ciò che avviene sulla croce, è splendida, e, nell'economia di Giovanni, ha un valore definitivo.
    In essa sono ripresi e risuonano insieme , in pienezza armonica, i temi del Vangelo : è “L'ora” verso la quale tutto tendeva , l'ora della luce, che raggiunge e illumina l'universo.
    Il racconto è un pozzo inesauribile, con la profondità del mistero che presenta. Nei Vangeli le persone sono sempre anche “personaggi” , figure tipiche nelle quali ognuno si riconosce.
    A livello storico la madre di Gesù e le altre donne sono le persone che amano Gesù , mentre il discepolo è la persona che sa di essere amata da Gesù.
    A livello simbolico generale , madre e donne da una parte e discepolo amato dall'altra sono rispettivamente figura dell'amore dato e dell'amore ricevuto.
    La Madre con le sue compagne , rappresenta chiunque dà amore.Questi è innanzitutto il Padre nei confronti del Figlio, poi Dio nei confronti dell'universo, il Figlio nei confronti dei fratelli, Gesù nei confronti del discepolo, Israele nei confronti della Chiesa , e così via fino alla più piccola delle creature : chiunque riceve amore è immagine del Figlio, amore amato.
    Ma di amore dato si muore e di amore ricevuto si soffoca : si vive solo quando l'amore amante è amato e l'amore amato è a sua volta amante.
    Questo amore corrisposto che “circola” tra Padre e Figlio è lo Spirito Santo, danza di Dio e vita di quanto esiste. Gesù, amore amato, è amante del Padre e dei fratelli : ha la pienezza dello Spirito.
    Ora che se ne va, per chi Lo ama e per chi è da Lui amato, è l'ora della separazione.
    Per questo, prima di andarsene, si prende cura di loro.
    Affidando il discepolo alla Madre, la Madre ha chi amare e il discepolo chi lo ama;
    affidando la Madre al discepolo, la Madre ha chi la ama e il discepolo ha chi amare.

    RispondiElimina
  5. Così compie la Sua opera di Figlio . Comunica ai fratelli il Suo Spirito , Amore amante e amato, perfettamente corrisposto.
    A livello simbolico specifico, Maria di Nazareth , chiamata donna, è la sposa, l'Israele che attende lo Sposo. Ora che è venuto, diventa Madre e genera l'Uomo nuovo, il popolo messianico, la Chiesa. Inoltre Maria, in quanto Madre del Figlio e dei Suoi fratelli, è segno dell'unità realizzata dalla croce,
    che abbraccia insieme il popolo dell'antica e nuova Alleanza , aperta a tutti.
    Infine , in quanto donna, è la Sposa, la figlia di Sion, il popolo della promessa che attende il suo Signore. Ora che è venuto, gli genera il popolo messianico.
    Concludendo possiamo dire che Maria, oltre che figura universale di chi ama, -correlativa al discepolo, figura di chi è amato - , rappresenta Israele, donna/sposa del Signore, che diventa Madre del Messia e del Suo popolo . è insieme compimento di Israele e principio della Chiesa.
    Israele riconosce la Chiesa come sua figlia e la Chiesa riconosce Israele come sua madre.
    C'è continuità e unità tra Antica e nuova Alleanza come tra Madre e Figlio : sono “uno” nel reciproco amore.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.