lunedì 3 settembre 2012

ATTIRERO' TUTTI A ME GV 12, 31 - 36


2 commenti:

  1. FAUSTI – Nell'ora in cui il nome del Padre è glorificato nel Figlio, nell'ora in cui l'uomo conosce l'amore di Dio per il mondo, c'è il giudizio che mostra la menzogna del “capo” di questo mondo. Satana, principio di menzogna e di morte, si è messo a capo del mondo, sostituendosi al principio di verità e di vita, ora è espulso dal mondo e vinto. Davanti al Figlio dell'uomo innalzato cessa la menzogna che ci ha fatto fuggire da Dio , finalmente ritroviamo nell'amore del Figlio, che è lo stesso del Padre, la sorgente della nostra vita.
    “Il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e molto innalzato” (Is 52,13).
    La croce di Gesù, il servo, non è vista come uccisione e morte, ma come esaltazione e gloria : il suo cadere a terra è il suo essere innalzato dalla terra.
    Chi non conosce l'amore del Padre, è in fuga da lui come Padre, da sé come figlio e dagli altri come fratelli . Entra nelle tenebre e nella morte. Però il suo cuore è fatto per la verità e per l'amore, per quella verità che è l'amore, luce della sua esistenza.
    Quando finalmente vede ciò per cui è fatto, lo riconosce subito, come la sete riconosce l'acqua.
    Allora , libero dalla cecità e dalle paure che lo bloccano, è attirato verso il Figlio, che gli rivela la sua identità di figlio. Allora ritorna al Padre e si volge ai fratelli.
    “Attirerò” è al futuro : vale da allora per un futuro senza fine.
     Le Parole di Gesù si riferiscono alla croce. La morte di Gesù non sarà per lapidazione, come più volte i suoi avversari han tentato di fare : sarà per “innalzamento” da terra. 
    Morendo sul patibolo, Gesù delude l'attesa dell'uomo, ma proprio così compie ogni promessa di Dio. Per questo “bisogna” che sia innalzato il Figlio dell'uomo.
    Il rifiuto del Messia crocifisso è rifiuto di Dio e della Sua gloria.Questo rifiuto è causa della croce ed è vinto solo dalla croce. 
    Da lì infatti Dio si rivela come è : amore assoluto. .
    Gesù risponde alla domanda sulla propria identità invitando a guardare a Lui, Luce del mondo, che tra poco scomparirà . Il chicco cadrà nella terra, la luce entrerà nelle tenebre.
    Gesù esorta ad una scelta . a “camminare” alla sua luce, per non restare nelle tenebre. 
    E' il tema del contrasto tra luce e tenebre che, come quello tra vita e morte, attraversa tutto il Vangelo.
    Chi non cammina alla Luce del Figlio dell'uomo innalzato, che rivela l'amore del Padre, “non sa dove va” perchè non sa da dove viene . Vive smarrito, nell'ignoranza del proprio principio e del proprio fine. Camminare ora diventa “ credere nella luce” ; bisogna aderire a lui,il Figlio, Luce del mondo, dal quale tutto il creato riceve vita e luce.
    Ancora per poco rimane tra loro . Presto morirà. 
    Ma proprio così sarà innalzato e illuminerà tutti : il suo andarsene sarà luce definitiva, la Gloria

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  2. VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 5,17-19

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

    «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Com’è bello essere uomini e donne! Com’è preziosa la nostra esistenza! Eppure c’è una verità che nella storia degli ultimi secoli l’uomo ha spesso rifiutato, con tragiche conseguenze: la verità dei suoi limiti. Gesù, nel Vangelo, dice qualcosa che ci può aiutare: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento» (Mt 5,17). Il Signore Gesù regala il compimento, è venuto per questo. Quell’uomo doveva arrivare sulla soglia di un salto, dove si apre la possibilità di smettere di vivere di sé stessi, delle proprie opere, dei propri beni e – proprio perché manca la vita piena – lasciare tutto per seguire il Signore. (Udienza Generale, 13 giugno 2018)
    LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro del Deuteronòmio
    Dt 4,1.5-9

    Mosè parlò al popolo e disse:

    «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.

    Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: "Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente". Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?

    Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».

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