martedì 25 settembre 2012

"CHI HA VISTO ME..."GV 14,8-14


2 commenti:

  1. FAUSTI - Filippo, chiamato direttamente da Gesù a seguirlo (1,43-6) e da Lui interpellato sul pane (6,5), è colui che ha accolto ed espresso il desiderio dei greci che vogliono vedere il Signore (12,21).
    Ora chiede arditamente di vedere il Padre.
    Il suo desiderio corrisponde a quello di Mosè : “Mostrami la tua Gloria!” (Es 33,18).
    E' l'anelito profondo di ogni uomo :” Di Te ha detto il mio cuore “Cercate il Suo Volto” .Il tuo Volto, Signore, io cerco!” (Sl 27,8), perché “come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio!” Quando verrò e vedrò il Volto di Dio? Lui, salvezza del mio volto e mio Dio!” (Sl 42).
    Il Suo Volto è la nostra realtà, perchè di Lui siamo immagine e somiglianza : vedere Lui è diventare se stessi.Da qui scaturisce il desiderio naturale di vedere Dio.
    Esso è quell'apertura all'infinito che fa sì che l'uomo vada oltre se stesso : è un animale desiderante “troppo grande per bastare a se stesso”B. Pascal
    Ogni uomo desidera conoscere il Padre. 
    In Lui ritrova quell'alterità di amore che lo fa essere quello che è. 
    Il tempo che Gesù ha passato con noi è quello in cui, chi Lo conosce come Figlio, vede il Padre.
    Tutta la sua esistenza terrena non è altro che rivelazione del Padre nel Suo Amore di Figlio per i fratelli. 
    La Sua carne è la Parola stessa di Dio rivolta all'uomo per ricrearlo a Sua immagine.
    La creazione dell'uomo, infatti, è sempre aperta :
    è opera costante della Parola , in sinergia con il nostro ascolto.
    “Chi ha visto me, ha visto il Padre” Queste parole sono il compendio della rivelazione cristiana : il Volto dell'uomo Gesù, nostro fratello è “Il Volto”.
    Egli è l'Unigenito , da sempre verso il seno del Padre, che si è rivolto a noi per mostrarcelo .
    “Non che alcuno abbia visto il Padre, se non Colui che è da presso Dio : questi ha visto il Padre (1,18- 6, 46) . chi crede in Lui, non crede in Lui, ma in Colui che L'ha mandato.
    Il Volto del Figlio, amore senza condizioni verso i fratelli, è lo stesso del Padre : Egli fa ciò che vede fare da Lui (5,19).
    Quanto finora il Vangelo ha raccontato di Gesù ci ha mostrato il Volto, Suo e del Padre. Per questo “Chi vede me, vede chi mi inviò” (12,45).  Conoscere e vedere il Padre equivale a credere che Gesù è nel Padre
    e il Padre è in Lui.Si parla di immanenza reciproca tra Padre e Figlio. Infatti l'amato dimora in chi lo ama .
    Il loro amore reciproco li fa uno dimora dell'altro. Ogni Parola del Figlio è dal Padre : Lui stesso è la Parola che il Padre ci rivolge per entrare in comunione con noi e donarci se stesso.
    La sua Parola dà ciò che dice perchè è ciò che dice.
    Opera propria del Padre è amare e dare vita. Ogni azione del Figlio è la stessa del Padre : comunica a noi il loro amore reciproco , vita di ambedue.
    Gesù ci dice di credere non solo “in” Lui, ma anche “a” Lui , mentre dice queste Parole , 
    nelle quali rivela che Lui è nel Padre e il Padre è in Lui.
    Se aderiamo a Lui, anche noi siamo nel Padre e il Padre in noi : Dio è il luogo dove siamo di casa,
    figli nel Figlio. 

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  2. ---La fede in Gesù, affidabile per le Sue opere e le Sue Parole, è antidoto al turbamento e al conseguente smarrimento. Credere in Lui ci sblocca dalle paure e libera la nostra realtà di figli e fratelli.
    Gesù ci chiede di fidarci di Lui mentre sta compiendo e spiegando la cosa che più ci turba : il Suo andarsene.La prova che le sue Parole sono vere, saranno le opere che noi compiremo quando Lui sarà tornato presso il Padre. 
    Certamente non faremo opere più grandi di Lui che sfamò le folle e fece uscire dal sepolcro un morto. Però, come il significato è più grande del segno , così amare come Lui ci ha amati è più grande che nutrire vivi o risuscitare morti : è passare da una vita per la morte alla vita stessa di Dio. Nulla di ciò che si fa è veramente grande . 
    Solo l'amore è più grande di tutto, perchè senza di esso tutto è nulla.
    Queste opere più grandi sono “il molto frutto” che i tralci porteranno restando uniti alla vite.
    Unica spiegazione ragionevole dell'amore è l'amore stesso. Solo l'amore è credibile , degno di fiducia, perchè visibile nei fatti.
    Credere in concreto è chiedere. La fede ha il respiro della preghiera.
    Essa dà voce al desiderio fondamentale dell'uomo, bisogno dell'altro per se stesso.
    Gesù garantisce che farà ciò che gli chiediamo nel Suo Nome : uniti a Lui, il Figlio, chiediamo e otteniamo quanto ci serve per vivere da fratelli. La certezza dell'esaudimento dona la fiducia, necessaria perchè la richiesta sia efficace. Bisogna infatti domandare “con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all'onda del mare, mossa e agitata dal vento , e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l'animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni” 
    (Gc1,6-8). Se poi chiediamo con fiducia e non otteniamo, è perchè chiediamo male, per soddisfare i nostri egoismi (Gc 4,3).
    La fiducia di un cuore filiale, che chiede secondo i desideri del Padre, ottiene veramente tutto.
    Ottiene addirittura lo Spirito Santo , il dono della vita di Dio (Lc 11,13) visibile dal suo frutto d'amore, gioia, pace.

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