domenica 7 aprile 2013

APPARIZIONE Gv 20,19-21

3 commenti:

  1. . FAUSTI - “Essendo dunque sera” Per gli ebrei la sera è l'inizio del giorno nuovo.Qui invece è il compimento del giorno “uno”, “quel giorno” che è l'”oggi” di Dio, sempre presente nella Parola. Affrettiamoci dunque a entrare in questo oggi (Eb. 4,11).
    Ormai viviamo sempre in quel giorno.
    Ma c'è buio fino a quando non apriamo gli occhi alla Luce del mondo, che viene per stare in mezzo a noi.
    La scena non è più fuori, nel giardino, dove sta la Maddalena. Siamo invece dentro, nel cenacolo, dove Gesù anticipò il dono di sé e donerà il Suo Spirito e la Sua missione.
    I discepoli ne hanno fatto una tomba. Il sepolcro di Gesù è aperto e vuoto , la loro casa sprangata e piena di morte, come il loro cuore. Le pecore sono rinchiuse in attesa del Pastore bello che le conduca ai pascoli della vita.Sono in questa situazione perchè non hanno dato credito all'annuncio della Maddalena. 
    Non si dice che i discepoli stanno “insieme”. Non sono in comunione. Sono tutti orfani e soli, a porte chiuse.Giovanni non parla di apostoli, ma di discepoli, termine più ampio che abbraccia tutti i credenti in Gesù, di ogni tempo.
    Dice “i” e non “alcuni” discepoli, per indicare che essi si trovano e si troveranno sempre tutti in questa situazione . È il luogo in cui incontrano il Signore.
    La paura divide le persone ; ognuno, chiuso in se stesso, è in difesa e attacco contro gli altri. 
    In questa situazione , per molti aspetti opposta a quella di Maria, viene Gesù. 
    Egli non si vergogna dei Suoi fratelli, (Eb 2,11), anche se l'hanno abbandonato, rinnegato e tradito. Li ha scelti e si è legato loro non perchè siano bravi e forti, ma perchè sono piccoli e deboli, bisognosi di Lui.
    Dalla Maddalena che Lo cerca, Gesù si fa trovare . Dai discepoli invece viene di sua iniziativa, non cercato, anche se amato. Mentre il popolo è chiuso, ognuno nella sua stanza, il Signore esce dalla Sua dimora e viene a visitarlo (Is 26,20). 
    Nessuna chiusura ferma il Risorto . La luce entra nelle tenebre dei discepoli.
    Il Signore non li salva dalla morte – non ha salvato neanche se stesso - ma nella morte in cui si trovano. Gesù non entra dalla porta sprangata. Non è un ostacolo per Lui, come non lo è stato il muro della morte né la pietra del sepolcro. 
    E' Lui stesso la porta della vita (10, 7-10). 
    Sta ritto in piedi, vittorioso sulla morte. E' nel mezzo, al centro dei discepoli e nel cuore di ciascuno . È luce che dissolve le tenebre, amore che scaccia ogni paura (1Gv 4,18).
    Dove prima regnava la morte, ora c'è il Vivente. Colui che ci ama fino all'estremo, mostra la Sua Gloria. Dio è in mezzo al Suo popolo.
    Il Signore vuole stare sempre con noi, addirittura in noi. 
    Per questo è entrato là dove noi eravamo , nella morte e nel sepolcro.
    “Pace a voi” 'Pace ' non è semplicemente il saluto abituale degli Ebrei. Indica la pienezza di ogni benedizione messianica. E' il dono di Gesù che dice : “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, quella pace che il mondo non conosce. E' la pace dell'amore che vince l'odio . “Abbiate pace in me. Voi avrete tribolazioni nel mondo; ma abbiate fiducia : Io ho vinto il mondo”.

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  2. -->Le Sue ferite sono la sorgente di questa pace , riportano all'unità i figli di Dio dispersi. Sono le piaghe che ci guariscono (Is 53,5) , ostensione del Suo Amore estremo.
    Le mani sono segno di potere . Con esse l'uomo fa e disfa tutto. Nelle Sue mani sta ogni potere che il Padre ha dato al Figlio . Esse, che hanno lavato e asciugato piedi, sono inchiodate all'amore e al servizio di ogni perduto. 
    Sono quelle mani dalle quali nessuno può rapirci (10,28). 
    Sono infatti le stesse del Padre . “Io e il Padre siamo uno”(10,30).
    Il Suo fianco squarciato è Carne da cui nasciamo, ferita da cui siamo generati. In coloro che guardano a Colui che hanno trafitto , si riversa uno Spirito di grazia e di consolazione (Zc 12,10).
    Dalla fessura della roccia che ci salva sgorga la sorgente zampillante , aperta in Gerusalemme per lavare ogni peccato e impurità (Zc 13, 1- 14,8).
    Da lì viene il fiume d'acqua viva che sgorga dal fianco del tempio.
    E' un fiume immenso che feconda la terra e risana le acque amare , facendo rivivere quanto è morto. Sulle sue rive cresce ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiscono e i cui frutti maturano ogni mese ; e i frutti sono vita e le foglie medicina per l'uomo (Ez 47, 1-12).
    “Chi ha sete , venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno”(7,37).
    “Quel giorno”, verso sera, la tenebra diventa luce (Zc 14,7), come il giorno “uno” della Creazione. I discepoli, contemplando le mani e il fianco, memoria perenne dell'amore di Dio, vedono la luce del mondo . Ricevono pace e gioia imperitura. La missione dei fratelli è la stessa del Figlio , che ha lavato i piedi e ha detto : “Vi diedi un esempio, affinchè come io feci a voi, anche voi facciate “ e “Vi do un comandamento nuovo ...come io amai voi, anche voi amatevi gli uni gli altri”(13,34). 
    I discepoli sono inviati come Lui , a testimoniare l'Amore del Padre (3,16)
    ”Padre,come Tu mi mandasti nel mondo, anch'io li mandai nel mondo”(17,18).
    Per questo li ha scelti (15,16). L'invio rende gli inviati uguali a chi li invia:”Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me” (13,20).
    Colui che è mandato, è chiamato a fare come Lui : amare e lavare i piedi(13,13-17), compiendo le Sue stesse opere (14,2).
    Associato al Suo destino, è come il chicco di grano che cade sotto terra e porta molto frutto (12,24).
    La missione verso i fratelli esprime la natura del figlio. È amando il fratello che si diventa figli.
    Se il Figlio è necessariamente inviato dall'Amore del Padre verso i fratelli, chi a sua volta va verso i fratelli conosce l'amore del Padre e diventa figlio.
    La relazione che c'è tra Gesù e il Padre (“Come il Padre ha mandato me”), è la stessa che c'è tra Lui e noi (“anch'io mando voi”). E' come dire :”Voi siete me , se fate ciò che io ho fatto a voi . Come avete ricevuto pace e gioia , date pace e gioia, perdonando anche voi”.
    I Suoi discepoli non sono superuomini. Sono come noi, pavidi e infidi, segnati da fragilità e peccato. Ma proprio in questa nostra situazione Lui ci viene incontro e ci salva. 

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  3. APPARIZIONI
    Questa prima settimana dopo la Santa Pasqua è dedicata alle apparizioni del Risorto, che continuano a stupirci e a colmarci di gioia! Ora lo vediamo sulla spiaggia del lago, come aveva detto l'Angelo sulla pietra del sepolcro alle donne :” Dite ai discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea, là Lo vedrete, come vi ha detto”(Mc 16,7).
    E a Simon Pietro, che non aveva pescato ancora nulla, indica la parte destra in cui doveva gettare la rete e questa si riempie di 153 grossi pesci! pare proprio la sorgente dal lato destro del tempio , in cui i pesci saranno “abbondantissimi”(Ez 47,1-9) se quella piccola imbarcazione ha significato di Chiesa, presenza dei Discepoli inviati dal Signore. E invitati dal Signore al banchetto che Egli Stesso prepara, essi si rafforzano nell'ubbidienza della Fede e si preparano alla testimonianza.
    Pietro, scelto da Gesù come “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la Mia Chiesa” potrà testimoniare a Gerusalemme (1 lettura At 4,11) :” Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; “ e scrivere nella sua lettera :”Stringendovi a Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale...”(1Pt 2,4-10).

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