martedì 23 aprile 2013

CONCLUSIONE Gv 21, 24 - 25

2 commenti:



  1. FAUSTI- La testimonianza della Verità è passata da Gesù (18,37) al discepolo amato (19,35) e da questo alla comunità che la testimonia a noi, perché noi la testimoniamo ad altri, fino al ritorno del Signore.
    E' la verità dell'Amore che ci fa liberi (8,32). 
    Chi l'ha scoperta, è a sua volta inviato, con e come il Figlio, a testimoniarla al mondo.
    E' l'ultima eco del prologo che dice : “Noi contemplammo la Sua Gloria, Gloria di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e verità” (1,14). Corrisponde a quanto dicono alla Samaritana i suoi concittadini : “Non è più per il tuo parlare che crediamo, noi stessi infatti abbiamo udito e sappiamo che Costui è veramente il Salvatore del mondo”( 84,42).
    Il libro si chiude con un'apertura : la comunità testimonia la verità della testimonianza ricevuta. Essa diventa il Vangelo vivo , (2Cor 3,3), il profumo di Cristo che fa percepire al mondo intero la differenza tra salvezza e perdizione, vita e morte (2 Cor 2,14). Tutto il Vangelo è testimonianza della verità dell'Amore tra Padre e Figlio, che dona vita eterna : a chi l'accoglie, dà il potere di diventare figlio di Dio (1,12).
    Il nostro occhio interiore sa distinguere la voce della Sapienza da quella dell'insipienza , come la luce dalla tenebra, la gioia dalla tristezza, la paura dalla fiducia, l'amore dall'egoismo , la vita dalla morte, Dio dall'idolo. 
    Mentre lo leggo, il Vangelo mi legge. 
    La grande scoperta è che il suo racconto mi racconta a me stesso in ciò che lo Spirito mi testimonia essere il mio desiderio più profondo, liberato da illusioni e delusioni. 
    Ascoltare la Parola, trasmessa da chi prima di noi l'ha ricevuta, è il nostro “Natale” : nasciamo come figli di Dio (1,14). perché, credendo in Lui, abbiamo vita nel Suo nome. 
    “Se si scrivessero una ad una, penso che neppure il mondo stesso conterrebbe i libri” 
    Il redattore chiude l'epilogo del Vangelo con un'iperbole.
    Si può intendere in senso materiale : i libri, che si potrebbero scrivere sulla Parola diventata carne, non ci starebbero fisicamente nel mondo intero. Come si può dire tutto di Colui che è tutto in tutti, e infinitamente oltre il tutto? L'universo è nei suoi confronti come granello di “polvere sulla bilancia” , “stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra”. Eppure su di esso riversa tutto il Suo Amore (Sap 11,22-26). Infatti tutto è stato fatto da Lui e ha in Lui la propria esistenza (1,3). 
    L'universo intero è un libro aperto e inindagato, che attende un lettore che sappia leggervi lo splendore dell'Infinito : è un linguaggio silenzioso che canta la Gloria di Dio. (Sl 19,1-4).

    La ricchezza che dal Vangelo scaturisce è inesauribile, come l'acqua da una sorgente. 
    Il lettore, dopo essersi accostato alla Parola, se ne accorge con stupore e ammirazione. Tutto ciò che è scritto e non scritto su Gesù , ce lo suggerirà il Suo Spirito, che ci renderà capaci di testimoniarlo (14,26 – 15,27 – 16,12-15), scrivendolo nella nostra vita. 
    Il Padre ci ha rivelato tutto in Gesù, Carne del Figlio. In Lui “sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3) : da Lui, splendore della Gloria (Eb1,3), riverbera l'infinito splendore della Verità. Tutta la creazione, la storia e la Scrittura parlano di Lui, principio e vita di quanto esiste (1,3 -5,39-46). però noi Lo conosciamo solo progressivamente, giorno dopo giorno, imparando con modestia dalla creazione, dalla storia e dalla Scrittura. Chi pretendesse di conoscerlo pienamente, è stolto ed empio: è un idolatra, che confonde Dio con le proprie idee su di Lui.
    Tutti i fanatismi vengono da qui. Chi è saggio, oggi come sempre, cerca umilmente di porsi in ascolto di ogni persona, cultura e religione, per conoscere il Signore di tutto e di tutti. Solo il cammino della storia – per questo continua ancora, anche se è già concluso nella Carne del Verbo -, è in grado di farci cogliere ciò che Lui ci ha già donato

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  2. ...E non chiedere nulla, nemmeno la fede:
    cantare all'amore
    e spandere gioia,
    con gli occhi colmi di bellezza D. M. Turoldo

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