giovedì 18 aprile 2013

PIETRO , MI AMI TU? " Gv 21,15 - 18

3 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 25,13-21

    In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
    «C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l'accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall'accusa.
    Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
    Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 21, 15-19

    In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
    Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
    Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse "Mi vuoi bene?", e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
    Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Anche noi possiamo pensare: qual è oggi lo sguardo di Gesù su me? Come mi guarda, Gesù? Con una chiamata? Lui ci guarda sempre con amore. Ci chiede qualcosa, ci perdona qualcosa e ci dà una missione. (Santa Marta, 22 maggio 2015)

    continua ..." SEGUIMI ! " Gv 21, 18 - 19

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  2. FAUSTI - “Mi ami ?” Sono le Parole di Gesù ,morto e risorto a Pietro. Ogni lettore le sente rivolte a sé, come fine, o meglio, principio di tutto il Vangelo. ...Dopo il banchetto si chiariscono i rispettivi ruoli di Pietro e del discepolo amato.
    Si tratta del servizio di Pietro , della sua sequela e del suo martirio. Il suo ministero è visto in stretta relazione con l'altro discepolo, quello che Gesù amava. Ogni aspetto istituzionale è animato e misurato dall'amore , altrimenti non ha nulla a che fare con Gesù e il Suo comandamento.
    La Chiesa è un'istituzione che ha l'amore come principio e come fine la libertà. Dopo il dialogo, centrato sull'amore, c'è la chiamata a seguire il Pastore Bello che dà la vita per le pecore.
    Gesù si rivolge a Pietro all'interno della comunità dei discepoli. Rimane ancora aperta la ferita del suo triplice rinnegamento, che Gesù aveva predetto. Ma questa non è la parola definitiva.
    Il suo peccato lo apre a una storia nuova : lo rende capace di capire il mistero del Signore come perdono e della debolezza, propria e altrui, come luogo di maggior amore.
    Colpiscono queste parole rivolte a Pietro e a ciascuno di noi che le ascoltiamo .
    Fa tenerezza un Dio che mi chiede : “Mi ami tu?” . Dopo averci svelato sulla croce il Suo Amore estremo , può ormai esporre senza pudore questa richiesta , fondamentale per chiunque ama : l'amore desidera essere amato.
    . E' quell'amore la cui forza è la debolezza di chi espone, dispone e depone la propria vita per l'amato , gli lava i piedi e gli si dona senza riserve , come nel boccone offerto a Giuda.
    Gesù chiede a Pietro se ha accolto l'amore che gli ha dimostrato. Ora, dopo la croce, può capirlo.
    Gesù chiede a Pietro se lo ama più degli altri per ridimensionare la sua pretesa di essere migliore degli altri. Ma non solo : l'amore ha come molla il “più.”
    E' infatti sempre una competizione . Ma non con gli altri, bensì con se stessi , per vincere egoismo, orgoglio e paura. L'amore è sempre un “di più” - se non cresce, diminuisce – nell'umiltà e nella dedizione. E' la nostra partecipazione al 'magis' proprio della “maestà” del Dio Amore, a immagine del quale siamo creati. Il nostro cuore infatti è spinto dal desiderio insaziabile di un di più senza fine.Non basta una volta : la domanda di Gesù sarà ripetuta sempre un'altra volta. La coscienza del Suo Amore deve essere senza limiti, come la nostra fragilità e capacità di oblio.
    Le parole tra Gesù e Simone di Giovanni sono un dialogo di guarigione.
    La seconda risposta di Pietro è identica alla prima . Conferma la propria amicizia, fondata non su di sé, ma su di Lui che sa ogni cosa. Gesù ribadisce la Sua fiducia in lui. Pascolare, termine più ampio di pascere, indica l'azione del Pastore che guida il gregge (Sl 23). Questa terza volta è sottolineata nella sua diversità dalle altre e richiama il triplice rinnegamento Gesù ora lo interroga su ciò che due volte Pietro ha affermato .
    È sicuro di essergli amico? Vuole fargli esplicitare che questa sicurezza c'è, ma non deriva dalla sua bravura, bensì dall'esperienza del triplice rinnegamento. Grazie a esso ha sperimentato il perdono di Colui che lo conosce meglio di quanto lui conosca se stesso, perché lo ama più di se stesso.
    Solo allora è sicuro che nulla lo può ormai separare dall'amore di Dio. Non dal suo amore per Dio, ma da quello di Dio per lui in Cristo Gesù (Rom 8,32-39).
    La sua sicurezza non è più presunzione , perché è fondata sul “Tu sai”.
    Pietro si contrista al ricordo della sua infedeltà. Eppure proprio questa è il fondamento del suo “amare di più” , come Gesù gli ha chiesto all'inizio. E' nella sua infedeltà che sperimenta chi è il Signore, fedele e misericordioso. Pietro considera ancora la sua infedeltà come ombra, fonte di tristezza, non come luce e gioia del perdono.
    Per questo Gesù continua con lui il dialogo di guarigione.
    L'unità di fratelli non può fondarsi che sul perdono.

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