giovedì 11 aprile 2013

LA PESCA MIRACOLOSA Gv 21,1-6



3 commenti:

  1. FAUSTI - “Dopo” E' un tempo senza tempo, perchè è ormai ogni tempo. E' un'ulteriore manifestazione di Gesù, diversa dalle precedenti. Manifestare significa rendere chiaro. Suggerisce un uscire dall'oscurità per venire alla luce : Egli è ormai sempre presente e “si manifesta così”. Questo sarà d'ora innanzi il Suo modo di essere con i Suoi discepoli. 
    Mentre noi siamo nel mare del mondo a compiere l'opera che ci ha affidato, Lui è già a riva, sulla “terra”. Da lì ci assiste e si manifesta nella Parola che rende fruttuosa la nostra pesca e nel banchetto che condivide con noi. 
    In altre parole il Signore Risorto è sperimentato nella Parola-Missione e nell'Eucaristia, che ci fanno partecipare alla Sua fecondità di vita. 
    Questo incontro con il Risorto non è nel cenacolo, dove i discepoli hanno ricevuto il pane, lo Spirito e la missione. 
    Avviene all'aperto, tra i pagani. L'Eucaristia che seguirà è una “messa sul mondo”, all'alba e in riva al mare, dove si arriva alla fine di una notte di fatica. 
    Su questa riva, luogo di partenza e di approdo di ogni missione, il discepolo fa una spola continua tra il mondo da salvare e il Salvatore del mondo.
    Si dice inoltre che il Signore “manifestò se stesso” , non che i discepoli lo videro.
    Lo incontrano ormai come Colui che si rivela attraverso l'ascolto della Parola ed è riconosciuto attraverso l'amore del discepolo prediletto e il dono del pane.
    Dopo il dono di Pasqua, i discepoli sono “insieme”. Si parla di sette discepoli. 
    Non sono i Dodici che rappresentano le tribù d'Israele. 
    Sono sette, numero di totalità , che rappresenta le nazioni pagane. 
    E' ormai la comunità delle sette chiese (Apocal. 2-3), aperta al mondo. Come Gesù se ne va al Padre, Simon Pietro se ne va verso i fratelli. 
    I discepoli sono scelti e inviati a portare avanti la Missione del Figlio :”Non voi avete scelto me, ma Io ho scelto voi e vi ho costituiti perchè andiate e portiate frutto” (15,16).
    Gli altri decidono spontaneamente di andare con lui. Non sono dei subordinati, più o meno insubordinati, ma persone in comunione, per libera decisione dello Spirito. 
    Questa comunione tra di loro però resta sterile fino a quando non è Comunione con Gesù, obbedienza alla Sua Parola.
    Gesù è uscito dal Padre per venire nel mondo incontro ai fratelli.
    I discepoli escono dal luogo dove si trovano ed entrano nella barca, in mezzo al mare. 
    La loro è la stessa missione del Figlio : pescare uomini perchè vivano. 
    Finora si è parlato di “quel giorno”. Ma qualunque giorno rimane notte fino a che non si manifesta la Luce del mondo: “Noi bisogna che operiamo le opere di chi mi inviò mentre è giorno ; viene la notte, quando nessuno può operare. Finchè sono nel mondo, sono la Luce del mondo”(9,4 – 11,9).
    Lui è ormai sempre nel mondo, ma non Lo vediamo fino a quando la Parola ascoltata e il Pane condiviso non ci aprono orecchi e occhi.
    L'iniziativa comune di Pietro e degli altri è senza risultato : “Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla “ (Lc 5,5). 
    Infatti “il tralcio non può portare frutto da se stesso se non dimora nella vite, così anche voi, se non dimorate in Me... Chi dimora in me e io in lui fa molto frutto” (15,4s).
    Lui dimora in noi come noi in Lui se ascoltiamo la Sua Parola . “Se qualcuno mi ama, osserverà la Mia Parola ; e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (14,23). 
    Gesù può manifestarsi perchè l'amore, che è concreta osservanza della Sua Parola, ce lo rende presente :”Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e Io amerò lui e a lui mi manifesterò” (14,21).
    Ogni iniziativa apostolica, con tutte le reti e le perizie del mondo, se non scaturisce dalla comunione col Signore, resta infruttuosa. Senza l'amore, tutto è nulla.
    ”Venendo l'alba” infatti la notte finisce e viene l'alba con la presenza di Gesù. Con Lui inizia il nuovo giorno, che dissolve la tenebra in cui si trovano i discepoli.

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  2. --->Gesù è ritto in piedi sulla riva, come prima, nel cenacolo. 
    Da lì è presente ai discepoli che continuano la Sua Missione.
    Ma questa rimane sterile , e Lui non riconosciuto, fino a quando non osservano la Sua Parola.  “Figlioli” E' un appellativo affettuoso, usato per il figlio del funzionario regio che sta per morire e per l'uomo nuovo che viene al mondo (16,21). In questo racconto è salvata da sicura morte la comunità nascente ed è generata l'umanità nuova.
    Gesù interroga i discepoli sulla fatica notturna : chiede loro del companatico. Il “pane” c'è già, è Lui, che ha dato se stesso per la vita del mondo. Manca il “companatico” da aggiungere a questo pane ; è la risposta al Suo Amore, che solo noi possiamo dare.La loro risposta è un secco “no”, pieno di delusione. Quante volte, nonostante il nostro darci da fare con perizia e impegno, brancoliamo nella notte e non peschiamo nulla. 
    Se la missione è senza frutto , significa che non siamo uniti a Lui, che non ascoltiamo la Sua Parola.
    Gesù ordina di gettare le reti da una parte precisa, l'unica che può essere feconda di vita. 
    Per questo ci ha dato un preciso comando , il “Suo”, offrendoci il potere divino (richiamato dall'espressionen”la parte destra”) di amarci a vicenda con lo stesso Amore con il quale Lui ci ha amati.
    Solo l'obbedienza a questo comando fa dimorare Lui in noi e ci dona la Sua vita.
    Come Maria disse : “Avvenga di me secondo la Tua Parola” (Lc 1,38), anche il discepolo dice : “Sulla Tua parola getterò le reti” (Lc5,5).
    In obbedienza al comando del Signore la loro pesca è abbondante : si può catturare alla vita solo mediante l'amore.
    Il termine “moltitudine” che in greco indica “pienezza” ricorre a proposito degli infermi ai bordi della piscina che attendonon salvezza (5,3).
    Nella rete tirata a terra c'è la moltitudine di uomini salvati dalle acque , una “pienezza” che abbraccia l'umanità intera.
    E' il molto frutto del tralcio unito alla vite (15,5).
    La Missione non è opera nostra, ma dello Spirito che Gesù ci ha donato. 
    Dal frutto si riconosce l'albero (Mt 7, 20).

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  3. APPARIZIONI
    Questa prima settimana dopo la Santa Pasqua è dedicata alle apparizioni del Risorto, che continuano a stupirci e a colmarci di gioia! Ora lo vediamo sulla spiaggia del lago, come aveva detto l'Angelo sulla pietra del sepolcro alle donne :” Dite ai discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea, là Lo vedrete, come vi ha detto”(Mc 16,7).
    E a Simon Pietro, che non aveva pescato ancora nulla, indica la parte destra in cui doveva gettare la rete e questa si riempie di 153 grossi pesci! pare proprio la sorgente dal lato destro del tempio , in cui i pesci saranno “abbondantissimi”(Ez 47,1-9) se quella piccola imbarcazione ha significato di Chiesa, presenza dei Discepoli inviati dal Signore. E invitati dal Signore al banchetto che Egli Stesso prepara, essi si rafforzano nell'ubbidienza della Fede e si preparano alla testimonianza.
    Pietro, scelto da Gesù come “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la Mia Chiesa” potrà testimoniare a Gerusalemme (1 lettura At 4,11) :” Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; “ e scrivere nella sua lettera :”Stringendovi a Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale...”(1Pt 2,4-10).

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