venerdì 24 agosto 2012

IL BUON PASTORE GV 10,7 - 18


2 commenti:

  1. FAUSTI -Gesù diceva che il ladro / brigante non passa dalla porta , ora dice : Io-sono la porta , attraverso la quale le pecore possono uscire in libertà e raggiungere la vita.
    Lui stesso, Parola diventata carne, è la Porta tra terra e cielo.
    La porta è dove il muro della prigione è rotto. Chi è chiuso dentro può uscire ; se non vuol uscire,
    brilla comunque ai suoi occhi la luce del giorno. La salvezza non è entrare nel tempio come pecore da macello, ma uscire con lui per entrare in lui, il Figlio, che ci dà la vita e in abbondanza.
    Egli è infatti l'intelligenza amorosa del Padre , salva la nostra umanità , aprendola alla luce della sua verità.
    Lui stesso è infatti il pascolo del gregge, il vero Pane di Vita (6,33-35) che soddisfa ogni fame e sete
    Ora GESU' fa vedere il suo modo di essere Pastore : espone la sua vita a favore delle pecore. Più avanti dirà anche che dispone e depone per loro la sua vita.
    E' la bellezza dell'amore che si mostra in azione!
    Per il pastore le pecore sono sue : gli appartengono e ne ha cura come della propria vita. Il mercenario , invece, è preoccupato del suo salario : le pecore sono a servizio della sua vita, non lui della loro. Per questo non si es-pone : agisce per vile interesse . Nel momento del pericolo fugge da chi lo ha seguito
    Il lupo, nemico tradizionale del gregge, rappresenta le forze ostili del male.
    Gesù stesso ha mandato i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi.
    Davanti ai lupi, che hanno appena rinnovato la decisione di ucciderlo, ( 8, 59) Gesù non abbandona i suoi e non fugge. Difende le pecore perchè gli interessano, le ha a cuore perchè le ha nel cuore.
    Gesù dopo aver parlato del Pastore Bello in termini di coraggio, che gli fa esporre la propria vita, ora dice cosa “dispone” a favore delle sue pecore mette a loro disposizione la sua stessa vita, che è la conoscenza e l'amore del Padre. C'è una conoscenza,un'intimità, un amore reciproco tra Pastore e pecore. Chiama ciascuna per nome : “Ti ho chiamato per nome ; tu mi appartieni....sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo” (IS.43,1-4) Il rapporto di conoscenza e amore che c'è tra Gesù e ciascuno di noi è il medesimo che c'è tra il Padre e Lui : “ Come il Padre amò me, così io amai voi” (15,19). L'amore reciproco tra Padre e Figlio, il mistero che è la loro stessa vita,
    è il medesimo che circola tra noi e Lui.
    Egli dis-pone della propria vita a favore delle pecore . La mette a loro disposizione, la offre loro.
    Ci sono anche altre pecore che non sono di questo recinto. “Questo recinto” è quello del tempio, in cui sta Israele. Ci sono altri “recinti” religiosi o laici , che tengono schiavo l'uomo.
    Il Figlio ha fratelli non solo nel popolo di Dio, ma dovunque : tutto è stato fatto per mezzo di Lui, luce e vita di ogni uomo, che è figlio nel Figlio.
    Per questo il Padre ama il mondo (3,16) e il Figlio , salvatore (4,42) e luce del mondo (8,12), sarà innalzato non solo per radunare tutti i dispersi di Israele, ma per tutti i popoli.
    Gesù vuol condurre anche questi alla libertà.
    Il cristianesimo è di sua natura universale ( cattolico) : non esclude nessuno. Se si esclude qualcuno, si rinnega il Padre, che ama ciascuno, e il Figlio, che è come il Padre.
    Lo stesso concetto di “missione” non ha nulla a che fare con il proselitismo . È la spinta interiore del Figlio verso i fratelli. Gesù depone la sua vita volontariamente. Il suo non è un morire, ma un realizzare la propria esistenza come dono totale d'amore : più forte della morte è l'amore (Ct. 8, 6).
    Il suo deporre la vita ha come fine il riceverla di nuovo .
    Gesù, dando la sua vita, la riceve in pienezza : è uguale al Padre , perchè non solo si sa amato, ma ama i fratelli con il suo stesso amore.
    In Lui la vita diventa ciò che è : circolazione viva d'amore, dono ricevuto e dato.
    Per questo è il Figlio diletto, compimento perfetto dell'Amore del Padre.

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  2. Prima Lettura
    Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 11,1-18

    In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
    Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: "Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!". Io dissi: "Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca". Nuovamente la voce dal cielo riprese: "Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano". Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell'istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell'uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l'angelo presentarsi in casa sua e dirgli: "Manda qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia". Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: "Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo". Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
    All'udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dai Sal 41 (42) e 42 (43)

    R. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
    Oppure:
    R. Alleluia, alleluia, alleluia.

    Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
    così l'anima mia anela a te, o Dio.
    L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
    quando verrò e vedrò il volto di Dio? R.

    Manda la tua luce e la tua verità:
    siano esse a guidarmi,
    mi conducano alla tua santa montagna,
    alla tua dimora. R.

    Verrò all'altare di Dio,
    a Dio, mia gioiosa esultanza.
    A te canterò sulla cetra,
    Dio, Dio mio. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Io sono il buon pastore, dice il Signore;
    conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. (Gv 10,14)

    Alleluia.

    Vangelo
    Io sono la porta delle pecore.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 10,1-10

    In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
    Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
    Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».

    Parola del Signore.

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