S. FAUSTI - "C'era un infermo, Lazzaro di Betania, del villaggio di Maria e Marta sua sorella". Siamo all'ultima chiamata, quella definitiva, che ci fa pienamente suoi discepoli. "Betania" significa "casa del povero" o "dell'aflitto", e richiama l'altra Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni il Battezzatore riconosce in Gesù il Figlio di Dio. Qui sarà riconosciuto da Marta. Lazzaro è infermo : non sta in piedi .Rappresenta ogni uomo che , davanti al male, prima vacilla, poi cade e infine muore. L'attività del Figlio dell'uomo è rialzare l'uomo dal suo male e risuscitarlo dalla morte. Lazzaro è l'unico miracolato di Giovanni che ha un nome proprio : è il primo che esce dal sepolcro per seguire il "Pastore Bello", che chiama ciascuna delle sue pecore per nome. Il suo nome significa "Dio aiuta" : nella morte, come nella nascita, nessuno se la cava da se stesso. Nessuno nasce senza madre, nessuno muore senza il Padre La fede nella risurrezione dei morti , in Israele, non è frutto di speculazioni filosofiche : è nata dall'esperienza che Dio ama il suo popolo, gli è amico e gli resta fedele sempre. .Anche "questa" infermità non è per la morte, ma per la gloria di Dio. La morte è il luogo primo di ogni equivoco sulla vita. Può infatti essere intesa come separazione da tutto o come comunione con Dio. La malattia per la morte è il peccato . esso è il pungiglione che infetta la nostra esistenza, rendendoci egoisti e chiudendoci all'amore del Padre e dei fratelli. Ma dove ha abbondato il peccato, sovrabbonda la grazia : ora ogni malattia e morte può diventare "per la gloria di Dio", che a tutti usa Misericordia. "Dimorò nel luogo dov'era due giorni" Gesù rimane dove si trova e lascia che l'amico muoia. Se fosse andato, non sarebbe morto. Volutamente arriverà tardi. Due giorni dopo l'annuncio della malattia dell'amico, quando sa che ormai il suo destino è compiuto, Gesù propone ai discepoli di tornare in Giudea. Da lì s'era da poco ritirato per l'ostilità incontrata da parte di chi ha il potere. Gesù torna a Gerusalemme per l'ultima volta. "Dobbiamo compiere le opere di Colui che mi ha mandato finchè è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare"(9,4). Lazzaro è chiamato "il nostro amico". Si ribadisce per la terza volta che l'amore del Signore per noi e la nostra amicizia con Lui, che ci fa amici tra di noi, è principio di risurrezione e di vita. Per noi la morte è la fine di ogni speranza. per Gesù, invece, sulla linea della rivelazione biblica, è termine del giorno vecchio e inizio del sonno ristoratore, cui segue il risveglio di un nuovo giorno. La morte è sdrammatizzata : non è sprofondare nel buoi, ma riposo pacificatore, popolato dai sogni segreti del cuore. Siccome il Figlio gli è amico e lo ama, Lazzaro , come ogni uomo, anche se è morto, vive. Amare uno significa dirgli . "Tu non morrai". Alla luce dell'amore del Figlio, la morte non è più l'attesa angosciante, l'abisso che risucchia, la tragedia della vita,è Comunione con il Padre. - Gesù ha atteso che Lazzaro morisse. Dopo aver parlato di sonno e di risveglio , chiarisce l'equivoco : sta parlando della morte,dalla quale lo risveglia per rivelare la gloria di Dio. Sembra assurdo : annunciando che l'amico Lazzaro è morto, gioisce per i suoi discepoli di non essere stato là per guarirlo. La risurrezione di Lazzaro sarà per i discepoli il segno che fa loro credere in Gesù come "Risurrezione e Vita". Tommaso è chiamato "gemello" : è "l'altro" di Gesù, disposto a morire non "per" Lui, come Pietro, (13,17) ma "con " Lui. Non sa ancora che, per Gesù, il suo morire è un dare la vita a favore dei fratelli, per riceverla di nuovo (10,17).
S. FAUSTI - "C'era un infermo, Lazzaro di Betania, del villaggio di Maria e Marta sua sorella".
RispondiEliminaSiamo all'ultima chiamata, quella definitiva,
che ci fa pienamente suoi discepoli.
"Betania" significa "casa del povero" o "dell'aflitto", e richiama l'altra Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni il Battezzatore riconosce in Gesù il Figlio di Dio.
Qui sarà riconosciuto da Marta.
Lazzaro è infermo : non sta in piedi .Rappresenta ogni uomo che , davanti al male, prima vacilla, poi cade e infine muore.
L'attività del Figlio dell'uomo è rialzare l'uomo dal suo male e risuscitarlo dalla morte.
Lazzaro è l'unico miracolato di Giovanni che ha un nome proprio : è il primo che esce dal sepolcro per seguire il "Pastore Bello", che chiama ciascuna delle sue pecore per nome.
Il suo nome significa "Dio aiuta" : nella morte, come nella nascita, nessuno se la cava da se stesso. Nessuno nasce senza madre, nessuno muore senza il Padre
La fede nella risurrezione dei morti , in Israele, non è frutto di speculazioni filosofiche : è nata dall'esperienza che Dio ama il suo popolo, gli è amico e gli resta fedele sempre. .Anche "questa" infermità non è per la morte, ma per la gloria di Dio.
La morte è il luogo primo di ogni equivoco sulla vita. Può infatti essere intesa come separazione da tutto o come comunione con Dio.
La malattia per la morte è il peccato . esso è il pungiglione che infetta la nostra esistenza, rendendoci egoisti e chiudendoci all'amore del Padre e dei fratelli. Ma dove ha abbondato il peccato,
sovrabbonda la grazia : ora ogni malattia e morte può diventare "per la gloria di Dio", che a tutti usa Misericordia. "Dimorò nel luogo dov'era due giorni" Gesù rimane dove si trova e lascia che l'amico muoia.
Se fosse andato, non sarebbe morto.
Volutamente arriverà tardi.
Due giorni dopo l'annuncio della malattia dell'amico, quando sa che ormai il suo destino è compiuto, Gesù propone ai discepoli di tornare in Giudea. Da lì s'era da poco ritirato per l'ostilità incontrata da parte di chi ha il potere. Gesù torna a Gerusalemme per l'ultima volta. "Dobbiamo compiere le opere di Colui che mi ha mandato finchè è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare"(9,4). Lazzaro è chiamato "il nostro amico". Si ribadisce per la terza volta che l'amore del Signore per noi e la nostra amicizia con Lui, che ci fa amici tra di noi, è principio di risurrezione e di vita.
Per noi la morte è la fine di ogni speranza.
per Gesù, invece, sulla linea della rivelazione biblica, è termine del giorno vecchio e inizio del sonno ristoratore, cui segue il risveglio di un nuovo giorno. La morte è sdrammatizzata : non è sprofondare nel buoi, ma riposo pacificatore, popolato dai sogni segreti del cuore.
Siccome il Figlio gli è amico e lo ama, Lazzaro , come ogni uomo, anche se è morto, vive.
Amare uno significa dirgli . "Tu non morrai".
Alla luce dell'amore del Figlio, la morte non è più l'attesa angosciante, l'abisso che risucchia, la tragedia della vita,è Comunione con il Padre. - Gesù ha atteso che Lazzaro morisse. Dopo aver parlato di sonno e di risveglio , chiarisce l'equivoco : sta parlando della morte,dalla quale lo risveglia per rivelare la gloria di Dio.
Sembra assurdo : annunciando che l'amico Lazzaro è morto, gioisce per i suoi discepoli di non essere stato là per guarirlo.
La risurrezione di Lazzaro sarà per i discepoli il segno che fa loro credere in Gesù come "Risurrezione e Vita".
Tommaso è chiamato "gemello" : è "l'altro" di Gesù, disposto a morire non "per" Lui, come Pietro, (13,17) ma "con " Lui.
Non sa ancora che, per Gesù, il suo morire è un dare la vita a favore dei fratelli, per riceverla di nuovo (10,17).